MACERATA - I problemi economici causati dal Covid-19 nei settori legati alla ristorazione e all’alberghiero rappresentano una ghiotta occasione per le infiltrazioni mafiose, allerta massima delle forze dell’ordine. Blocchi forzati e, dunque, meno liquidità potrebbero attrarre gli interessi illeciti delle organizzazioni criminali. Da qui la necessità di vigilare in maniera ancora più urgente di quanto, quotidianamente, viene già fatto.
È stato questo uno degli argomenti toccati nella mattinata di ieri nel corso di una riunione, che si è svolta in modalità remoto, del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal prefetto Flavio Ferdani, alla quale hanno preso parte, oltre ai vertici delle forze dell’ordine, il rappresentante della Provincia, i sindaci dei Comuni di Macerata e di Recanati, un assessore del Comune di Civitanova, il comandante della Sezione di polizia stradale di Macerata, il direttore dell’Asur Area Vasta 3, il rappresentante dell’Asur Marche, i rappresentanti dell’Associazione industriali di Macerata, di Confartigianato Imprese di Macerata, del Compartimento Polfer, della Rfi Rete Ferroviaria – Dtp.
Una riunione che ha affrontato diverse tematiche, prima fra tutti l’andamento della diffusione del Covid-19 in provincia.
Nel mirino finiranno le strade più trafficate per accertare il rigoroso rispetto delle disposizioni, ma anche le stazioni ferroviarie e gli snodi principali delle città. Per quanto riguarda il discorso relativo al Protocollo di legalità tra prefettura ed enti, finalizzato alla prevenzione di fenomeni di infiltrazioni mafiose, è stato spiegato che la situazione emergenziale connessa alla diffusione del Covid-19 ha causato, per via del blocco forzato delle attività produttive dell’intero Paese, una minore liquidità a disposizione delle famiglie e delle imprese, specie quelle del settore alberghiero e dei servizi di ristorazione.
Le difficoltà economiche sofferte da ampie fasce di cittadini e di imprenditori possono costituire forte richiamo per gli interessi illeciti delle consorterie della criminalità organizzata. Da qui un incremento dei controlli antimafia, a tutela della libertà economica e della libera concorrenza, attraverso, ad esempio, verifiche continue dei beni aziendali e delle relative titolarità.