Nuove scritte minacciose e ingiuriose contro il questore Pignataro rimosse dal Comune

Il questore Antonio Pignataro
Il questore Antonio Pignataro
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Domenica 31 Maggio 2020, 05:25
MACERATA - Il Comune ha provveduto a rimuovere tutte le scritte minacciose ed ingiuriose nei confronti del questore, l’ultima delle quali lo definisce «servo di Matteo Salvini», l’ex ministro dell’Interno, accompagnata dalla minaccia di «piantarla». Dai muri di palazzi di pregio architettonico e di valore storico del centro storico maceratese sono state cancellate decine di scritte che prendevano di mira anche le forze dell’ordine. Tali frasi, peraltro, sono apparse a più riprese e in comuni diversi durante il periodo dell’emergenza Coronavirus e proseguono una lunga striscia iniziata sin dai primi giorni di insediamento del questore Pignataro, avvenuto nel periodo più drammatico per la vita maceratese, poco dopo il massacro di Pamela Mastropietro e il folle raid razzista di Luca Traini. Da allora, l’operato delle forze dell’ordine è stato ulteriormente rafforzato su tutto il territorio consentendo di ottenere importanti risultati nel contrasto dello spaccio e di assicurare alla giustizia centinaia di spacciatori. Ne sono esempi significativi, l’opera di contrasto avvenuta a Macerata in alcune zone degradate e terra di nessuno restituite alla fruibilità dei cittadini, e all’Hotel House di Porto Recanati, che, all’inizio dell’emergenza, era diventato l’unico avamposto in cui rifornirsi di ogni tipo di sostanza da parte di tossicodipendenti provenienti anche da altre province. Dinanzi alle minacce il questore non arretra di un millimetro nella sua opera e si richiama alle parole del capo della polizia Gabrielli «onore, disciplina e fedeltà alla Repubblica». 
 
«La lotta allo spaccio - assicura - verrà ulteriormente rafforzata per tutelare tanti ragazzi che entrano nel tunnel della droga con conseguenze spesso disastrose e letali e con indicibili sofferenze e tribolazioni all’interno delle loro famiglie. Le frasi ingiuriose e minacciose nei confronti della mia persona e dell’Istituzione che rappresento, saranno uno stimolo ulteriore a svolgere con ancor più determinazione il compito che siamo chiamati ad assolvere a tutela di tutti i cittadini, soprattutto di quelli delle fasce deboli».
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