Rifiuti del Cosmari: a Sforzacosta tornano le proteste per i cattivi odori. Pezzanesi: «Le criticità saranno risolte con il biodigestore»

Rifiuti del Cosmari: a Sforzacosta tornano le proteste per i cattivi odori. Pezzanesi: «Le criticità saranno risolte con il biodigestore»
Rifiuti del Cosmari: a Sforzacosta tornano le proteste per i cattivi odori. Pezzanesi: «Le criticità saranno risolte con il biodigestore»
di Marco Pagliariccio
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Mercoledì 27 Luglio 2022, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 10:48

MACERATA - Estate, temperature che salgono, vento caldo che spira lungo la valle del Chienti. E il problema dei cattivi odori a Sforzacosta si acuisce. Nei giorni scorsi alcuni residenti hanno segnalato l’aumentare delle ventate maleodoranti che arrivano dal quartier generale del Cosmari, qualche chilometro più a monte. Molti ci sono ormai abituati e non ci fanno nemmeno caso più di tanto, altri, comprensibilmente, non ci stanno e perdono una pazienza molto provata da anni di sopportazioni e promesse.

Essere avvolti in una cappa di afa e puzza che, nei momenti peggiori, rende irrespirabile l’aria non è un piacere che si augura a qualcuno. 


Lo sa bene il presidente del Cosmari Giuseppe Pezzanesi, che tiene d’occhio la situazione ma che sa anche che senza un intervento radicale non si potrà mai fare abbastanza per domare il problema. «Conosciamo bene la situazione ma non ci sono stati problemi particolari nei giorni scorsi all’impianto, anche se non sono presente tutti i giorni in loco sono sempre in filo diretto con i dipendenti e non mi sono state segnalate particolari criticità – conferma Pezzanesi –.

Penso possa essere stata qualche situazione climatica particolare: il vento che sale, le finestre che sono aperte per far entrare un po’ d’aria e allora magari i cattivi odori si sentono di più del solito. Ma la situazione all’impianto è la solita, tutto sotto controllo».

La vera rivoluzione si potrebbe avere solo e quando il Cosmari dovesse riuscire a centrare il suo grande obiettivo: realizzare un biodigestore anaerobico, il modo migliore per gestire la frazione organica dei rifiuti prodotti, quella che crea più problemi sul fronte olfattivo. «A breve, secondo le considerazioni che ci sono state presentate, dovremmo avere la risposta in merito alla richiesta di finanziamento per questo impianto tramite fondi del Pnrr – spiega Pezzanesi –. Il biodigestore e i green point sono le strumentazioni più importanti sulle quali stiamo lavorando, abbiamo chiesto circa 84 milioni di euro dei quali 43 soltanto per il biodigestore. Speriamo che arrivi una buona notizia su questo fronte perché andrebbe incontro al benessere di tutta una Provincia. Questo territorio se lo merita anche per le tante disgrazie che ha dovuto fronteggiare negli ultimi anni: speriamo Roma tenga conto anche di questo». 
Stando al progetto di massima messo a punto nei mesi scorsi, il nuovo impianto potrebbe accogliere fino a 60mila tonnellate di frazione organica da raccolta differenziata e 10mila tonnellate di organico stabilizzato dal rifiuto indifferenziato e il processo di biodigestione dovrebbe eliminare i cattivi odori che invadono tutta la vallata circostante l’impianto. Cattivi odori che sono anche un costo per l’ente, visto che ogni anno vengono erogati rimborsi ambientali per questo ai Comuni limitrofi (Tolentino, Pollenza, Macerata e Corridonia) per circa 600mila euro. Oltre ad eliminare le emissioni maleodoranti, si potrebbe produrre biometano da immettere nella rete o per alimentare i mezzi stessi del Cosmari. Verrà prodotta anche anidride carbonica (si pensa a circa 3,2 milioni di tonnellate da liquefare e rivendere al settore agroalimentare) e 25 mila tonnellate di compost. Insomma, la realizzazione dell’impianto porterebbe a una serie di benefici a più livelli, non soltanto quello olfattivo. 

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