Strutture inagibili, domani il termine per presentare la richiesta di contributo. Corsa contro il tempo

Strutture inagibili, domani il termine per presentare la richiesta di contributo
Strutture inagibili, domani il termine per presentare la richiesta di contributo
di Giulia Sancricca
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Lunedì 19 Dicembre 2022, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 07:48

MACERATA - Una corsa contro il tempo per presentare le domande di contributo di ricostruzione degli immobili resi inagibili dal sisma, di proprietà dei residenti titolari di Cas e Sae. Scade domani infatti il termine richiesto dalla struttura commissariale. E se in un primo momento la situazione sembrava ancora più difficile poiché i tecnici avrebbero dovuto presentare i progetti definitivi per la ricostruzione degli immobili, poi il termine ha preso un’altra piega: entro domani dovrà essere presentata solo la relazione di asseverazione del danno. Vale a dire la descrizione del tipo di danno riportato dall’immobile come conseguenza del terremoto del 2016. 

 

Un cambiamento che da un lato ha di certo alleggerito il lavoro dei tecnici, ma dall’altro ha spostato il problema di qualche mese.

Qualche mese che si aggiunge agli oltre sei anni trascorsi dalle scosse dell’ottobre 2016. Entro il 15 marzo prossimo infatti, le relazioni dovranno essere integrate dal progetto definitivo, pena la perdita del contributo Cas o del diritto a vivere nella Sae. La domanda allora sorge spontanea: se i tecnici avevano già rilevato delle difficoltà a consegnare tutti i documenti entro domani, basteranno ulteriori tre mesi? A rispondere è Vittorio Lanciani, presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Macerata che, per spiegare la situazione in cui si trova la categoria, solleva anche un’altra questione. Quella che riguarda la nuova piattaforma in vigore dal primo gennaio.

«La presentazione della richiesta di contributo relativa ai danni, da consegnare entro il 20 dicembre, risulta agevole, che se qualche collega è sovraccarico di progetti e quindi farà comunque fatica. Ma il problema è solo spostato. Basti pensare che entro il 15 marzo bisognerà integrare la richiesta con i progetti dettagliati ed inserirli nella nuova piattaforma. Qui si apre un altro capitolo. Innanzitutto per l’utilizzo della piattaforma la struttura commissariale ha attivato un corso di preparazione per i primi 50 tecnici che si sono iscritti; e poi questo corso è iniziato il 12 dicembre, vale a dire solo 8 giorni prima della scadenza per la presentazione dei progetti. Come si può pensare - si chiede - che si riesca a fare tutto? Infine la preoccupazione riguarda il funzionamento della piattaforma che non è abilitata a ricevere procedure semplificate. Se anche riuscissimo a preparare tutti i progetti entro il 15 marzo, qualora il sistema non funzionasse sarebbe un vero problema, con la conseguente perdita di Cas e Sae per i nostri clienti».

Ma a proposito della consegna dei progetti, Lanciani spiega concretamente come i tempi potrebbero rappresentare un problema per i tecnici. Secondo Lanciani poi, la richiesta della relazione generale da presentare entro domani serve in realtà come un censimento per rendicontare quanti progetti sono collegati al Cas. «Questa richiesta, a distanza di sei anni, dimostra che non si ha contezza di quanti progetti sono collegati al Cas. Ovvio che adesso, con la presentazione delle domande semplificate, si riuscirà a fare una stima».

Ed è qui che allora il presidente dell’Ordine lancia una proposta organizzativa. «Vediamo ora quanti progetti saranno incanalati nella presentazione e poi, successivamente, facciamo un ragionamento su quanto tempo serve per presentare i progetti. Perché dire che entro il 15 marzo sia possibile o meno è difficile. Chi ha un paio di progetti da realizzare può riuscirci, ma chi ne ha di più sarà in difficoltà. A mio avviso, quindi, è necessario ragionare sul termine per la presentazione solo dopo aver censito le richieste di ricostruzione».

Dunque la conclusione a difesa della sua categoria. «Basta con il dire che è sempre colpa dei tecnici. Come si può pensare che a noi non faccia piacere avere le commesse? Ma se ci resta possibile portarle a termine. Altrimenti è una rimessa per tutti: in primis per i nostri clienti. Progettare la ricostruzione di corsa porta a sbagliare e con gli errori si ingolfa l’Usr. Non ci si può solo riempire la bocca di grandi numeri per dire quanti progetti sono stati presentati e come la ricostruzione sia stata sbloccata. Bisogna valutare lo stato reale dei fatti e trovare insieme un modo per lavorare bene».

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