MACERATA «Numerosi progetti in consegna entro dicembre. Cinque cantieri apriranno a breve. Gli altri sono in fase di progettazione preliminare o definitiva». L’architetto Giacomo Alimenti, codirettore dell’ufficio beni culturali, edilizia e sisma della diocesi di Macerata, riassume così la situazione di ricostruzione dei luoghi di culto nel territorio della diocesi.
Un bilancio a sei anni dal sisma da cui emerge una spinta diversa rispetto agli anni passati in cui i ritardi legati ai tempi della burocrazia hanno lasciato un segno profondo nella ricostruzione. È facile notale, infatti, come i luoghi di culto riaperti siano soprattutto quelli finanziati da donazioni private o dai fondi Cei e Otto per mille. Ma per avere un quadro più chiaro della situazione all’interno dell’intero territorio della diocesi di Macerata bisogna partire dal principio e distinguere le chiese che sorgono nel cratere e quelle che risultano fuori dal perimetro, ma sono state comunque danneggiate dalle scosse. «La diocesi di Macerata - dice Alimenti -, ai sensi dell’ordinanza commissariale 105 del 2020 è soggetto attuatore di 56 interventi di ricostruzione. Le chiese in oggetto rientrano tutte, salvo poche eccezioni, nell’area del cratere sismico. Nel settembre 2021 è stato trasmesso alla struttura commissariale un ulteriore elenco, per un eventuale secondo stralcio, riguardante gli edifici di culto che sorgono al di fuori del cratere». Diverse, invece, quelle che dal 2019 ad oggi sono state riaperte grazie a fondi diversi da quelli stanziati per la ricostruzione. «Con i fondi della Cei, delle parrocchie e dei privati - spiega l’architetto - sono state riaperte le chiese dei Santi Giuseppe e Filippo Neri a Chiarino di Recanati (2019), la chiesa di Santa Maria in Castelnuovo nel medesimo Comune (2021), la collegiata di San Donato a Montefano (2021), la chiesa di San Giovanni Battista a Porto Recanati (2021), e a breve sarà riaperta la collegiata di San Biagio a Pollenza». Entro l’anno corrente - annuncia - verranno avviati i lavori di messa in sicurezza della collegiata dell’Assunta a Montecassiano, per quanto riguarda la cappella del Santissimo Sacramento, e della chiesa di San Filippo Neri di Cingoli. La logica della diocesi - precisa Alimenti - è stata quella di orientare le richieste di contributo prevalentemente sugli edifici fuori cratere o comunque non rientrati nell’ordinanza 105». Diversa, invece, la situazione delle strutture che erano già state inserite nelle ordinanze 23 e 32. «Con questi due atti - prosegue l’architetto - sono state messe in sicurezza le chiese dei Santi Vito e Patrizio a Chiesanuova di Treia (2019), di San Michele Arcangelo nello stesso Comune (2020), di Sant’Elena Imperatrice ad Avenale di Cingoli (2020) e di San Giuseppe in borgo Sforzacosta a Macerata (2021)». Passi in avanti anche per le chiese che si trovano all’interno dell’ordinanza 105 per le quali sono stati registrati alcuni ritardi, ma pare che ora la situazione si sia sbloccata.
«Nel frattempo - aggiunge il codirettore dell’ufficio sisma -, la diocesi ha provveduto ad assegnare gli incarichi di progettazione degli interventi relativi all’ordinanza.
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