Finisce l’era Legnini:«I progetti presentati sono più della metà»
Nelle Marche raggiunta quota 15.679

Finisce l’era Legnini:«I progetti presentati sono più della metà» Nelle Marche raggiunta quota 15.679
Finisce l’era Legnini:«I progetti presentati sono più della metà» Nelle Marche raggiunta quota 15.679
di Giulia Sancricca
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Gennaio 2023, 02:25

MACERATA - Un passaggio di consegne simbolico, quello avvenuto negli uffici della struttura commissariale a palazzo Wedekind, in piazza Colonna a Roma, tra il commissario straordinario alla ricostruzione uscente, Giovanni Legnini, e il suo successore Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia. Per quello ufficiale ci vorrà ancora qualche giorno, come emerso dall’incontro che ieri mattina i due hanno avuto con il ministro Nello Musumeci.

Ma intanto Legnini ha voluto tirare le somme - come è stato solito fare ogni sei mesi durante i suoi tre anni di mandato - a conferma di quelle che lui stesso ha definito «le stelle polari del lavoro svolto: la trasparenza e la partecipazione». 

Somme da cui emerge un risultato su tutti: «Questo passaggio di consegne - dice Legnini - avviene in un momento in cui si è compiuto il giro di boa nella presentazione dei progetti. Sono pari al 54,9%, con un aumento rispetto al 2021 del 27,7%». Per la regione Marche sono 15.679 le pratiche presentate per oltre sei milioni e 802mila euro di contributo. I cantieri aperti sono 9.470 e quelli chiusi 5.229. Legnini ha così voluto ringraziare tutti gli attori che hanno contribuito a dare questa sferzata, Castelli in testa. «Ha condiviso un pezzo importante di questo percorso, prima come sindaco poi come assessore. In questi anni non è mancato lo scontro, ma le decisioni sono state assunte sempre all’unanimità». Poi una battuta sulla nomina del suo successore e sulle polemiche sollevate nei giorni scorsi da alcuni amministratori che avrebbero voluto vedere proseguire il lavoro di Legnini. 

«La soddisfazione migliore per me non è su ciò che è stato fatto, ma su ciò che accadrà in virtù delle decisioni assunte. Sarò il primo tifoso del successo della ricostruzione. Questo deve indurci ad allontanare le polemiche: è legittimo che il Governo faccia le proprie scelte e che chi è preoccupato lo dica, purché si agisca per il futuro dei territori». Due le ultime novità che Legnini lascia al suo successore: la piattaforma digitale per la gestione delle pratiche e il Testo unico della ricostruzione. E citando i risultati raggiunti non ha potuto fare a meno di sottolineare gli ostacoli che non sono mancati nei suoi tre anni di mandato: dalla pandemia al caro prezzi, dalla mancanza delle imprese distratte dal superbonus al caro energia. Ostacoli che gli hanno però permesso di stilare un vademecum per districarsi di fronte all’emergenza. «È necessario avere un quadro di norme primarie e secondarie chiare e semplici. Le stesse che ci hanno permesso di accorciare i tempi di un procedimento da 583 a 130 giorni. I cantieri pubblici aperti ci hanno dimostrato che lavorare più velocemente anche in un settore notoriamente più lento è possibile». Qualche recriminazione? «Forse avrei dovuto rendere più stringenti alcuni obblighi a carico dei Comuni e dei professionisti: ognuno deve suonare lo strumento che gli è stato messo a disposizione e seguire lo spartito delle regole consegnato». Vincente, a suo avviso, la scelta di affidare alle diocesi l’iter per la ricostruzione delle chiese. Poi un focus sui Comuni più distrutti: «Fino a due anni fa non avevano programmazione, scelte, finanziamenti, ora hanno le condizioni per ricostruire». Occhio di riguardo ai professionisti: «senza tecnici preparati tutto sarebbe più difficile». A queste indicazioni ha aggiunto due corollari: uno riguarda la sicurezza del territorio e degli edifici, con gli studi realizzati sul dissesto idrogeologico e l’altro lo sviluppo e la lotta allo spopolamento che saranno possibili grazie al Fondo complementare sisma. Tema pienamente condiviso dal senatore Castelli che, nel tracciare le prime linee guida ha sostenuto come «la ricostruzione ha senso solo se si mantiene il flusso vitale delle terre. Lo spettro della casa ricostruita ma vuota deve essere allontanato. Ci dobbiamo concentrare sui borghi meno facili da raggiungere: è possibile fare impresa e dare possibilità alle famiglie a restare in questi paesi». Tra gli interventi anche quello del governatore Francesco Acquaroli che ha ricordato «mesi intensi, impegnativi, di collaborazioni. Le difficoltà non sono mancate e non mancheranno. Ringrazio Legnini, che lascia un segno anche a livello umano, e auguro a Castelli un buon lavoro».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA