«Spariti più di due milioni e mezzo di euro», accusati di truffa un promoter e la moglie

Il Tribunale di Macerata dove si tiene il processo
Il Tribunale di Macerata dove si tiene il processo
di Benedetta Lombo
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Giovedì 17 Dicembre 2020, 03:35

MACERATA - Investimenti per oltre due milioni e mezzo di euro finiti nel nulla, un promotore finanziario e la consorte accusati di truffa e appropriazione indebita. Quattordici le persone offese, tra le quali una nipote del consulente che si sarebbe vista portare via dallo zio più di 200.000 euro di risparmi. Ma ci sono anche altre vittime, ieri nell’udienza preliminare a carico della coppia il pm Stefania Ciccioli ha infatti chiesto un rinvio per modificare il capo di imputazione, al fascicolo approdato dal gup vanno riuniti altri sei o sette procedimenti pendenti e l’udienza è slittata a marzo. La difesa: «Sono molto prostrati per la vicenda, hanno ricevuto ingiurie anche pesanti».

 

Erano le 14.45 di ieri quando nell’aula gup al primo piano del palazzo di giustizia si sarebbe dovuta celebrare l’udienza preliminare a carico dell’ormai ex promotore finanziario Giuseppe Del Gobbo, 74 anni e della moglie Manuela Ruffini, di 59.

In quattro pagine di contestazioni e nove capi d’imputazione, il procuratore capo Giovanni Giorgio ha cristallizzato le accuse nei confronti della coppia che si sarebbe intascata dal 2002 al 2019 qualcosa come 2.536.000 euro da 14 clienti, cifra da considerare al netto degli interessi promessi e mai incassati dalle vittime. Molte di loro avevano affidato a Del Gobbo cifre consistenti, una coppia in 17 anni gli avrebbe consegnato 1.227.000 euro, un’altra coppia in nove anni gli aveva affidato 650.000 euro, per poi scendere, si fa per dire, a cifre come 240.000 euro, 200.000, 122.000 euro. Ma anche per chi aveva consegnato all’allora promotore 16.000 euro, come era accaduto a una parrucchiera, quei soldi, tanti o pochi che fossero, erano i risparmi di una vita.

«La mia cliente si era fidata di Del Gobbo – ha spiegato l’avvocato Francesca Marchesini che ha intrapreso una causa civile contro il promotore e la banca per cui lavorava per conto della parrucchiera -, era stata convinta a effettuare l’ennesimo investimento attraverso un assegno intestato a lui. Il sospetto non le era venuto perché era un pagamento tracciabile, ha iniziato a dubitare quando lui le aveva pagato gli interessi pari a tre mensilità in contanti».

A perdere «almeno 240.000 euro, ma diciamo almeno», ha precisato l’avvocato Massimiliano Cofanelli, anche una coppia di commercianti del centro. Ammonta a 200.000 euro invece la somma che una nipote di Del Gobbo aveva dato allo zio per effettuare investimenti in favore della figlia all’epoca minorenne. «In questo caso oltre al danno c’è stata anche la beffa – ha commentato l’avvocato Olindo Dionisi –. Quando sono stati richiesti i soldi, Del Gobbo le aveva fatto un bonifico di 65.000 euro che in realtà non era stato mai eseguito. A quel punto lo zio fece una ricognizione di debito con la quale si riconosceva debitore di 337.000 euro che si impegnava a pagare una volta venduta una casa di sua proprietà a 600.000 euro. Ovviamente questo non è mai avvenuto».

Ieri alcune delle persone offese si sono costituite parte civile con gli avvocati Dionisi, Cofanelli, Narciso Ricotta e Paola Medori. Del Gobbo e la moglie sono difesi dagli avvocati Paolo Giustozzi e Marco Caldarelli: «Dal 2002 ad oggi – hanno commentato – ci sono state delle remunerazioni tra investimenti e prestiti, quando avremo un quadro completo della situazione potremo offrire un adeguato chiarimento. Sono molto prostrati per la vicenda, hanno ricevuto ingiurie per strada, anche pesanti». Prossima udienza il 10 marzo.
 

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