Il procuratore della Repubblica: «Recuperati 286 milioni di euro dai reati economici scoperti in provincia di Macerata»

Il procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio
Il procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio
di Benedetta Lombo
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Giovedì 18 Febbraio 2021, 03:55

MACERATA - Dal 2015 allo Stato sono rientrati solo dal Maceratese 286 milioni di euro. A tanto ammontano le somme sequestrate all’esito di procedimenti in materia di reati tributari ed economici. «Siamo uno degli Uffici che porta più soldi allo Stato», ha dichiarato con soddisfazione il procuratore Giovanni Giorgio evidenziando l’ottimo lavoro svolto dalla Guardia di finanza in provincia da anni che ha portato a «significativi sequestri tramutati molto spesso in provvedimenti di confisca», ha spiegato il capo della Procura.

A potenziare questa attività è stata sicuramente la stipula a marzo del 2015 di un protocollo tra Procura, Guardia di finanza e Agenzia delle entrate locali, che ha agevolato uno scambio di informazioni in particolare tra finanza e Agenzia delle entrate in modo da garantire un pronto intervento. 

Il procuratore ha ricordato quindi le indagini più importanti condotte dalle Fiamme gialle in provincia: la “Ghost Tax” che ha portato al sequestro di 41 milioni di euro (indagate 30 persone, di cui 11 colpite da misure restrittive della libertà personale); poi il sequestro di 22 milioni di euro all’ex patron della Civitanovese Giuseppe Cerolini, «il processo sta andando avanti – ha spiegato Giorgio –, speriamo che si eviti la prescrizione come già accaduto in altri procedimenti»; l’operazione “Drago nero” anche qui con un sequestro di beni per 22 milioni di euro; l’operazione “Grande Muraglia” sulle imprese “apri e chiudi” gestiti da cinesi, con un decreto di sequestro per 11 milioni di euro; poi le operazioni “China style” e “Domino cinese” sempre con imprese “apri e chiudi” e ultima “Black plastic” nel settore del commercio all’ingrosso di gomma e plastica con il sequestro di due appartamenti di pregio nel milanese oltre a disponibilità finanziarie e quote societarie. 

Ma la Guardia di finanza «si è distinta – ha proseguito il procuratore – e bene anche nel contrasto alle indebite percezioni dei contributi di autonoma sistemazione (Cas) che ha portato alla denuncia di 206 persone che hanno percepito illeciti contributi per 1.318.177 euro e sinora sono stati disposti sequestri preventivi per 652.543 euro ed effettivi per 614.301 euro, qui sono in corso i processi e in gran parte l’ipotesi accusatoria è stata confermata».

Da ultimo i casi di fraudolenta percezione del reddito di cittadinanza. «Non voglio entrare in polemiche di natura politica perché non ci interessano e non fanno parte della nostra attività istituzionale – ha evidenziato il capo della Procura -.

Qui si è creato grazie all’attività del colonnello Massimiliano Bolognese (comandante del Pef nucleo di Polizia economico-finanziaria, ndr) un circuito virtuoso tra la Guardia di finanza, l’Ufficio dell’Inps, e i nostri Uffici della Procura e dei Giudici, perché è previsto che in caso di dichiarazioni fraudolente vi sia il sequestro delle somme indebitamente percepite ma anche la sospensione immediata della corresponsione delle ulteriori somme periodicamente dovute a titolo di reddito di cittadinanza. Secondo questo modulo organizzativo il nucleo Pef della guardia di finanza ma anche la Compagnia una volta individuati i casi, qui abbiamo 31 persone denunciate con 200.000 euro di sussidi indebitamente percepiti, questi casi vengono segnalati sia all’Inps sia ai giudici affinché adottino i provvedimenti di rispettiva competenza». 

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