Otto blitz di fuoco in soli sette giorni, il piromane seriale è un elettricista. Sfiorata la strage in un cantiere e al pronto soccorso

Il cantiere edile
Il cantiere edile
di Benedetta Lombo
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Sabato 5 Giugno 2021, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 08:38

MACERATA - In 7 giorni ha appiccato 8 incendi, rintracciato dai carabinieri ha confessato, poi ha riappiccato un altro incendio, ha confessato e, portato in ospedale, ha tentato di dare fuoco al quadro elettrico del pronto soccorso. Il piromane, un elettricista 33enne straniero che vive a Pioraco, ora è ai domiciliari nel reparto di psichiatria di Macerata. Dietro di sé ha lasciato una scia di incendi alcuni dei quali, senza il tempestivo intervento di carabinieri e vigili del fuoco, avrebbero potuto provocare una strage


L’ossessione per il fuoco ha spinto il 33enne da Pioraco verso tre comuni poco distanti: Camerino, Castelraimondo e Gagliole. Il primo incendio risale al 28 maggio. Alle 16.30 alcuni operai che lavorano in un cantiere edile della Costruzioni Future in via Ugo Betti a Castelraimondo vedono un giovane aggirarsi vicino a uno dei due tir parcheggiati nella strada di fronte al cantiere. Dopo qualche minuto l’uomo non c’era più ma da un furgone Iveco e da un camion rimorchio (di una ditta di Teramo che aveva appena scaricato i pannelli solari) sono iniziati ad uscire fumo e fiamme. I danni si aggirano sui 70.000 euro. Dopo quell’incendio il piromane inizia a colpire sempre di notte. Il secondo raid incendiario, infatti, avviene nella notte tra il 29 e il 30 maggio. È l’1.30 quando scatta la richiesta di intervento in località Piani di Potenza a Gagliole dove in un’officina meccanica stanno andando a fuoco due carrelli elevatori e un gruppo elettrogeno, per il proprietario il danno è di circa 40.000 euro. 


Passano 24 ore e il piromane torna in entrambi i posti: a mezzanotte e mezza del 31 maggio è nell’officina di Gagliole dove il 33enne versa del liquido accelerante in cinque punti diversi del piazzale dando fuoco a un lavaggio auto, un muletto e un motore ausiliario. Altri 40.000 euro di danni. Un’ora dopo è al cantiere edile di Castelraimondo appicca il fuoco ai pannelli isolanti all’interno del fabbricato e fugge. Un vicino vede le fiamme e chiede aiuto. Sul posto si precipitano i carabinieri e i vigili del fuoco che erano a Gagliole, sono circa sei chilometri di distanza, e quando arrivano sul posto i soccorritori scoprono che in prossimità dei pannelli che stanno prendendo fuoco ci sono 8 bombole di Gpl. Se i soccorsi fossero arrivati più tardi probabilmente la cronaca sarebbe stata diversa.
Dal primo rogo, intanto, i carabinieri della Compagnia di Camerino guidati dal capitano Roberto Nicola Cara, sono impegnati H24 a comporre i tasselli del puzzle investigativo: sentono testimoni, acquisiscono le immagini delle telecamere e cercano di capire se c’è un filo conduttore.

A coordinarli è il sostituto procuratore Vincenzo Carusi. Ma il 1° giugno l’incubo torna.

Alle 22.30 a Camerino in via le Mosse il 33enne entra nel pub Enjoy, consuma una bibita, va in bagno e lì dà fuoco all’asciugamano, chiude a chiave la porta e porta via con sé la chiave. Nel locale, che si trova in un sottoscala di un condominio di 4 piani dove vivono famiglie e studenti universitari, ci sono 20 persone e adiacente al bagno c’è la cucina con le bombole di gas. Il piromane intanto esce, percorre pochi metri e arriva al negozio “Amici a quattro zampe”, davanti ci sono cinque bancali di legno, con il liquido infiammabile che ha in una bottiglietta appicca il fuoco (nelle vicinanze c’è un garage con diverse auto parcheggiate) e scappa a Pioraco. Quella notte i carabinieri gli piombano in casa, lui nega, poi decide di parlare con il capitano e a lui, con il legale Giovanna Sartori accanto, confessa gli incendi, ma solo quelli di Camerino. 


Il pomeriggio successivo, su delega del sostituto procuratore Margherita Brunelli, viene interrogato. Il 33enne è un fiume in piena: confessa tutti gli incendi compiuti dal 28 maggio, ma non si frena. Il 3 giugno, alle 14.15 va nell’area di servizio accanto all’autolavaggio 2R a Canepina di Camerino, stesso copione del pub, lava l’auto, prende un caffè, va in bagno e dà fuoco ai rotoli di carta usando una bottiglietta di alcol che era in un secchio. I carabinieri lo intercettano a casa, di nuovo nega, poi confessa, dice che vuole farsi aiutare e i militari lo portano in ospedale. Lì prova a dare fuoco al quadro elettrico. Arrestato, ora è ai domiciliari al reparto psichiatrico di Macerata.

L’ultimo incendio risale alle 19.45 di giovedì. Dopo aver confessato l’ultimo rogo, il 33enne dice di voler essere aiutato, i carabinieri lo portano al pronto soccorso di Camerino, ma non vanno via. Non possono entrare nella stanza in cui l’uomo deve parlare con la psichiatra ma aspettano fuori. È questione di attimi. La psichiatra esce dalla stanza dove era in corso lo screening preliminare per compilare la scheda informativa, lui approfitta di quella temporanea assenza per smontare il quadro elettrico, fare il contatto con i cavi e generare un principio di incendio. L’intervento dai carabinieri è stato immediato. A fianco al quadro elettrico c’è una bombola dell’ossigeno, in quel momento al pronto soccorso c’erano otto tra operatori, medici e infermieri più cinque pazienti. 

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