Pesa il boom delle quarantene, il grido d’allarme dei commercianti: «Centro deserto»

Pesa il boom delle quarantene, il grido d’allarme dei commercianti: «Centro deserto»
Pesa il boom delle quarantene, il grido d’allarme dei commercianti: «Centro deserto»
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Sabato 5 Febbraio 2022, 01:50 - Ultimo aggiornamento: 15:30

MACERATA -  Strade vuote e luci nei palazzi, lo shopping a Macerata bloccato dalle quarantene. Una sintesi che intreccia l’impossibilità oggettiva di chi si trova a casa per ragioni legate al Coronavirus (per malattia o per contatti di vario genere) e lo stato d’animo di chi invece aspetta tempi migliori.

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A ciò si aggiunge la preoccupazione per l’aumento delle bollette e delle materie prime. «In corso Cairoli ma, sentendo i colleghi, in generale in tutta la città fa effetto vedere tutte queste luci nelle case e i parcheggi occupati tutto il giorno dai residenti che non possono uscire di casa - afferma Franca Ercoli, rappresentante dei commercianti della zona e titolare del negozio “Pizzi e ricami” -, se non si sentiranno presto gli effetti dell’allentamento delle quarantene per chi non ha contratto il virus la nostra economia andrà allo sfascio: sono almeno due settimane che entrano non più di 3-4 persone al giorno e non è un problema solo mio». 


Non solo, la preoccupazione di Ercoli è che si sia persa una vera “identità” commerciale di questi negozi: «Dobbiamo rincorrere l’online senza la potenzialità delle grandi multinazionali - aggiunge -, lo abbiamo fatto e continueremo a farlo, perché anche chiudere tutto ha un costo e ci sono mutui da pagare, ma non possiamo diventare ciò che non siamo».

Poi l’aspetto psicologico: «La gente è stufa e lo siamo anche noi - continua -, il nervosismo è evidente e si trasforma in maleducazione se non in apatia. Mi sento dire: bello questo capo, ma poi quando potrò mettermelo se non si esce? Applichiamo una sanificazione continua. Tante persone in questo periodo sono in quarantena, tutto questo è snervante».

Una situazione difficile anche se il virus per fortuna ora sembra essere in ritirata. Momenti di vuoto assoluto sono quelli descritti dal tabaccaio di via Gramsci, in centro storico, Francesco Lattanzi: «Condivido che le ragioni siano da ricercare nei contagi e nelle quarantene - dice -, mi sembra di essere tornato al lockdown del 2020: la mattina si vedono solo quelle persone che vanno a lavoro e magari si fermano a pranzo, poi più nulla». Per Lattanzi è un quadro che si ritrova un po’ ovunque: «Soffrono Roma, Napoli, un po’ tutte le grandi città - commenta -, anche in provincia, amici che lavorano o vivono a Civitanova mi descrivono la stessa situazione: è un problema serio».


Punta sull’aspetto psicologico Milena Ibro, titolare dell’omonima boutique in Corso della Repubblica: «Si stanno lamentando un po’ tutti, noi del settore, così come i bar e ristoratori e credo che sia dovuto alla lunghezza delle quarantene e alla paura di rimanere contagiati - dichiara -, il Green pass ha poi fatto venir meno quel senso di accoglienza che avevamo, non si va in giro rilassati se si deve essere sempre sottoposti a un controllo. Anche chi lo possiede si sente a disagio nel doverlo mostrare: dobbiamo tornare a offrire quella gentilezza che accoglieva i clienti che sceglievano il centro per i loro acquisti, le persone sono disperate e lo siamo anche noi. A tutto ciò poi si aggiungono gli aumenti delle bollette e un contesto che ormai da tempo avvantaggia soltanto chi vende online». 


Come a incidere sia l’umore generale è l’opinione anche di Alessandro Cesaretti di Ultrafragola: «Siamo bombardati da notizie univoche interrotte solo dall’elezione del Presidente della Repubblica - scherza ma non troppo -, non c’è proprio lo stimolo a uscire di casa con il rischio di dover fare quarantene che potrebbero allungarsi anche venti giorni. Penso non solo al cliente abituale ma anche a chi come noi ha un’attività in proprio e non può permettersi altre chiusure. C’è una commistione tra un periodo che è sempre un po’ sottotono e l’esasperazione delle persone che piuttosto che rischiare mangiano e fanno l’aperitivo a casa. Quando si è sfiniti si perde vitalità e non si ha voglia di frequentare posti pubblici».

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