MACERATA - «Quando vedo te, vedo speranza» è il tema del 43esimo Pellegrinaggio Macerata-Loreto che sabato 12 giugno si svolgerà online per il secondo anno consecutivo a causa dell’emergenza Coronavirus. Una “distanza” non più espressa nei chilometri che separano il capoluogo provinciale dalla Basilica della Santa Casa, ma necessaria per rispettare le norme anti contagio e, tuttavia, colmata dalle tante storie raccolte dall’inizio della pandemia. Più di tremila le intenzioni di preghiera arrivate.
La diretta streaming del Pellegrinaggio avrà inizio alle ore 21 è sarà dunque possibile seguirla da casa grazie ai vari canali social dell’organizzazione (consultabili nei siti www.pellegrinaggio.org e www.santuarioloreto.va) e in televisione su Tv2000 (canale 28) e nelle Marche anche su EmmeTv (canale 89). Verso il 43esimo Pellegrinaggio è stata alta l’adesione di numerosi volontari, mentre il momento più significativo è stata l’udienza che papa Francesco ha voluto concedere lo scorso 7 maggio ad una delegazione del Comitato organizzatore guidata da mons. Giancarlo Vecerrica, Vescovo emerito della Diocesi di Fabriano-Matelica e ideatore del Pellegrinaggio. Nelle parole di incoraggiamento del Pontefice è riecheggiato l’appello lanciato un anno fa: «Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla», aggiungendo poi la speranza di attraversare la crisi in corso costruendo una “normalità” nuova.
Un passaggio ripreso anche da don Julián Carrón, guida del movimento Comunione e Liberazione: «Che cosa speriamo in questo momento? - si chiede nella lettera inviata ai pellegrini -, molti rispondono: il ritorno alla normalità. Ma quale? Vivere costantemente nella Sua compagnia è la “normalità” che desideriamo. Vi auguro di imbattervi costantemente in persone di cui possiate dire: “Quando vedo te, vedo speranza”. Persone che rinnovino l’esperienza entusiasmante di quell’imprevisto che rende la vita vita - aggiunge don Carrón -, persone che sostengano la nostra speranza».
Oppure l’esperienza della stessa malattia di Giancarlo Pietrella, altro volontario del Pellegrinaggio: «Ho capito e sperimentato, in questo lungo periodo di ricoveri, che la vita è una ed unica. Non si può – né è umanamente conveniente – mettere tra parentesi le cose che non ci vanno a genio e così pensare che la vita è solo quella prima del Covid o, sperando di guarire bene, quella dopo il ristabilimento totale post Covid».
Poi un ringraziamento: «Sono pieno di gratitudine per questa vita ridonata. Molti mi dicono: “Bravo ce l’hai fatta. Hai sconfitto il virus”. In realtà io non ho fatto proprio niente: avrei potuto anche morire senza accorgermi di nulla. Mi sono ritrovato nuovamente in vita ed ora avverto la bellezza e la responsabilità di fronte a questa nuova occasione che gratuitamente mi è stata data, la bellezza di vivere intensamente ogni istante». Un messaggio che si rivolge particolarmente ai giovani come Elisa Borghetti, 21 anni, studentessa universitaria di Lettere a Macerata: «La speranza che mi tiene viva e mi consente di alzarmi ogni mattina con un nuovo slancio è la vita in università, e insieme gli amici che la vivono con me: è questa la mia speranza, ed è quel qualcosa che mi consente di dire che il Covid può avermi strappato una parte del mio percorso universitario e delle mie aspettative, ma non può strapparmi “ora” ciò che studio, le persone che ho accanto, il cammino che “Qualcuno” costruisce per me giorno dopo giorno».