Omicidio Pamela Mastropietro, confermato l'ergastolo per Oseghale. Applausi in aula dopo la sentenza

Testimoni sentiti a porte chiuse, striscioni fuori dal tribunale. La madre di Pamela: «Sentenza giusta. Fuori ci sono altri mostri da prendere»

Appello bis per l'omicidio di Pamela, testimoni sentiti a porte chiuse. Striscioni fuori da tribunale
Appello bis per l'omicidio di Pamela, testimoni sentiti a porte chiuse. Striscioni fuori da tribunale
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 07:15

PERUGIA - Confermato l'ergastolo per Innocent Oseghale accusato di avere ucciso e fatto a pezzi la diciottenne Pamela Mastropietro nel gennaio del 2018 a Macerata. L'imputato non era presente in aula al momento della lettura della sentenza. C'erano invece i genitori della giovane con la madre che ha commentato lapidaria: «Sentenza giusta, ergastolo a vita senza sconti di pena. Fuori ci sono altri mostri da prendere». Il processo d'Appello bis ha riguardato solo il reato di violenza sessuale ed è stato trasmesso a Perugia per questioni procedurali dopo che la Cassazione aveva definitivamente confermato la condanna per l'omicidio.

«Nel 2018 Pamela Mastropietro fu violentata, uccisa e fatta a pezzi a soli 18 anni. Per l'omicidio fu condannato all'ergastolo Innocent Oseghale. Oggi la corte d'assise d'Appello ha confermato la condanna anche per il reato di violenza sessuale. Un pensiero a Pamela e ai suoi cari». Così la premier Giorgia Meloni su twitter.

LEGGI ANCHEMacerata ricorda Pamela a 5 anni dall'orrore

Il racconto della giornata

Era stato chiesto un altro ergastolo per Innocent Oseghale nel processo d'Appello Bis, relativo solo alla violenza sessuale, in corso a Perugia (la sentenza è attesa in serata dopo che la Corte d'Assise si è ritirata in Camera di Consiglio). «Chiedo alla Corte la condanna alla pena dell'ergastolo».  Lo aveva detto il sostituto procuratore generale Paolo Barlucchi nel corso dell'udienza.

Secondo il sostituto procuratore generale infatti «l'omicidio è avvenuto in occasione della violenza sessuale». 

«Partiamo dal fatto che Oseghale ha ucciso Pamela, se fosse qui mi rivolgerei a lui dicendogli: "l'hai uccisa". Questo ci permette di eliminare qualsiasi enfasi e di concentrarci sul problema tecnico: c'è o no prova che ci sia stata violenza sessuale», ha detto il sostituto procuratore generale sottolineando che «il punto fondamentale è che è stato accertato che c'è stato almeno uno rapporto sessuale non protetto con Oseghale». Il sostituto procuratore generale ha anche sgombrato il campo: «Pamela non era una prostituta», ha precisato, «la sentenza della Corte di appello usa un'espressione gentile ed esatta secondo cui Pamela usava il suo corpo per avere quello di cui aveva un bisogno impellente», per avere «eroina». 

Testimoni a porte chiuse

Sono stati ascotati a porte chiuse i due uomini che incontrarono Pamela Mastropietro e ebbero rapporti con lei prima dell'omicidio della 18enne romana nel gennaio di cinque anni fa. La decisione è stata presa in apertura dell'udienza per il processo di appello bis per la sola violenza sessuale nei confronti di Innocent Oseghale, già condannato in via definitiva per aver ucciso e fatto a pezzi la ragazza. La richiesta è stata avanzata dal legale di uno dei testimoni  «per tutelare» la sua «riservatezza» in considerazione del fatto che la vicenda lo ha già visto «vittima di clamore mediatico», di «offese anche sui social» e di uno stravolgimento della sua vita tanto da aver dovuto lasciare la sua attività di tassista. Oseghale non è presente in aula. 

 

Striscioni fuori dal tribunale

Prima dell'inizio del dibattimento, fuori dal palazzo della Corte di Assise di appello sono stati srotolati a terra degli striscioni per Pamela: «Pamela grida giustizia e noi siamo la sua voce!»,  «Il disagio non può essere un alibi per un massacro. Pamela voleva vivere e dei mostri le hanno spezzato tutti i sogni», «Pena dura e certa per chi violenta, uccide, massacra, deturpa la vita altrui » , «Dopo cinque anni stiamo ancora aspettando giustizia! La disumanità non deve diventare normalità» e «Intercettazione: "c'è una bianca da stuprare" ed era Pamela». Al centro campeggia una foto della 18enne con la scritta «Giustizia per Pamela Mastropietro». In aula ci sono i genitori della ragazza. Alessandra Verni, la mamma, indossa una maglietta con la foto della figlia.

La difesa di Oseghale: «Non fu violenza sessuale, giustizia non vendetta»

«Il mio appello è attenervi alle risultanze processuali senza perseguire un fine di vendetta che non si sposa con la giustizia». Lo ha detto l'avvocato Simone Matraxia, legale insieme a Umberto Gramenzi, di Innocent Oseghale nel processo di appello bis per la sola violenza sessuale nei confronti di Innocent Oseghale, già condannato in via definitiva per aver ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro, la 18enne romana che si allontanò dalla comunità di Corridonia e i resti furono poi ritrovati in due trolley a Pollenza nel gennaio di cinque anni fa.  Il legale, secondo il quale la violenza sessuale non è avvenuta, ha chiesto che «la sentenza rispecchi le risultanze processuali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA