Pamela, volevano sciogliere il corpo:
«Quei due avevano cercato l'acido»

Pamela, volevano sciogliere il corpo: «Quei due avevano cercato l'acido»
di Benedetta Lombo e Daniel Fermanelli
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Venerdì 16 Febbraio 2018, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 10:31
MACERATA - Avrebbero voluto comprare acido per sciogliere il cadavere di Pamela Mastropietro, Innocent Oseghale e Desmond Lucky, due dei quattro indagati per l’uccisione della 18enne fatta a pezzi e trovata in due trolley a Pollenza. Nell’ordinanza di convalida del fermo di Lucky e Awelima, il Gip Giovanni Manzoni ha preso atto anche di questo aspetto confermato dal titolare e da una commessa del negozio dove i due si recarono il 30 gennaio (giorno della morte di Pamela). Oseghale e Lucky comprarono poi candeggina per pulire i resti del corpo e le tracce nell’appartamento di via Spalato.


 
L’ordinanza
Nelle 19 pagine dell’ordinanza, il Gip pone l’accento anche sulle due coltellate che, in base all’autopsia di Cingolani, hanno «svolto un ruolo nel determinismo morte», sottolineando come la lesione «è stata prodotta quando la giovane era ancora a cuore battente». Poi ci sono altri elementi che rafforzano l’ipotesi della violenza, anche sessuale: l’asportazione della cute dal collo (forse per eliminare tracce di una pressione esercitata con le mani; il tentativo di asfissia troverebbero riscontri anche nella posizione della lingua tra i denti) e dalle parti intime.
 
 

Gli esami
Intanto nuovi esami autoptici sul corpo della 18enne sono stati svolti a Roma presso l’istituto di medicina legale della Sapienza. «Sono stati prelevati tessuti che verranno analizzati con macchinari costosissimi - ha spiegato ieri lo zio di Pamela e avvocato, Marco Valerio Verni, arrivato a Macerata -. Ho visto anche ecchimosi sul naso di Pamela. Ci vorranno alcuni giorni per conoscere i risultati». Di «approssimazione sulla causa della morte» ha invece parlato l’avvocato Gianfranco Borgani che difende Lucky: «Parliamo di tagli di una profondità di pochissimi centimetri, andrebbe invece fatta una valutazione attenta del fatto che la ragazza era in via di disintossicazione, assumeva psicofarmaci e si è iniettata una dose di eroina. Non abbiamo ancora il riscontro tossicologico ma quello del buco sì». Il Gip ha disposto il carcere per Lucky e per Awelima per tutti i reati contestati (omicidio, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere) per il pericolo di fuga, della reiterazione del reato e per l’impossibilità di un loro «inserimento sociale e lavorativo stante il clamore mediatico che ha avuto la macabra vicenda». Awelima, bloccato alla stazione di Milano, ha detto al suo avvocato, Giuseppe Lupi, di essere «andato in Lombardia per cercare un posto dove vivere con la moglie». Sia Lucky che Awelima, avrebbero dato più volte dichiarazioni contrastanti (Lucky ad esempio avrebbe detto di non parlare con Oseghale da tempo invece il 30 gennaio ci sarebbero state 17 telefonate tra i due), ma sarebbero incastrati dalle celle agganciate dai loro telefonini in via Spalato.
 
Il racconto
Il 30 mattina Pamela avrebbe cercato un biglietto del treno per tornare a Roma, così come testimoniato da una impiegata della biglietteria della stazione di Macerata, poi avrebbe incontrato Oseghale, preso l’eroina e sarebbe andata con lui al supermercato in via Spalato per comprare prodotti alimentari, poi in farmacia a prendere una siringa e infine a casa del nigeriano. Lo scempio sul corpo sarebbe avvenuto nel terrazzo, la cui foto è stata diffusa da Matrix. Il giorno dopo il fermo, Oseghale, è stato trovato in carcere con 0,2 grammi di eroina. Non è chiaro da dove l’abbia presa, dal momento che ha sempre dichiarato di non spacciare quella sostanza. Che sia una parte della droga assunta da Pamela e nascosta nel proprio corpo?
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