Macerata, Pamela, intercettazioni choc
In carcere 2 nigeriani parlano di cannibalismo

Pamela Mastropietro
Pamela Mastropietro
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Martedì 24 Aprile 2018, 10:36 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 13:13
MACERATA - «Sono stato un Rogged (appartenente ad un’organizzazione criminale), le cose che sono successe sono cose da bambini... abbiamo già fatto cose terribili». A parlare in carcere al suo compagno di cella è Desmond Lucky. Il compagno è il coindagato nell’inchiesta sull’omicidio di Pamela Mastropietro, Lucky Awelima. Nel carcere di Montacuto i due parlano con tranquillità di come, secondo loro, Oseghale avrebbe potuto far sparire il cadavere di Pamela tagliandone parte a pezzettini e gettandolo nel gabinetto e mangiando nel tempo il restante, dopo averlo congelato. A riportare l’agghiacciante e macabra conversazione tra i due è il Gip Giovanni Manzoni che nell’ordinanza di applicazione della misura cautelare per i plurimi episodi di spaccio nei confronti dei tre indagati, riferisce l’elevatissimo pericolo che i fermati, laddove non fossero in carcere, potrebbero commettere ulteriori simili reati.
Intanto le indagini proseguono, dopo il deposito delle relazioni parziali dei Ris si attendono i risultati degli ultimi accertamenti compiuti dai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Roma. Una volta ottenute queste, la Procura potrà finalmente chiudere le indagini sul caso. Al momento quello che è emerso dalle analisi di laboratori è che Pamela Mastropietro avrebbe fatto un uso significativo di eroina negli ultimi mesi. Dagli accertamenti sarebbe emerso anche un uso recente di cannabis.
Per quanto riguarda invece gli esami tecnico-biologici è stata accertata la paternità di uno solo dei due Dna trovati sui resti della diciottenne romana. Per l’altro sono in corso ulteriori accertamenti ma per entrambi si tratterebbe di persone comunque estranee all’omicidio. Infine, dalla terza relazione sulle impronte palmari e plantari rinvenute nell’abitazione di Innocent Oseghale al civico 124 di via Spalato, i Ris hanno trovato tracce plantari riconducibili a Oseghale sulle chiazze di sangue a terra che hanno reagito al luminol. Sono sue anche le impronte palmari trovate su una valigia e sulla busta che conteneva i vestiti di Pamela. Dopo più di tre mesi da quel tragico e brutale delitto, finalmente i genitori della diciottenne potranno seppellire i resti della loro figlia. Dopo il nulla osta rilasciato dalla Procura della Repubblica, infatti, è stato fissato il giorno del funerale. Le esequie si terranno il 5 maggio nella parrocchia di Ognissanti di via Appia Nuova a Roma.
Sono stati gli stessi familiari ad annunciarlo: «Avremo finalmente un luogo dove piangerla, dove poterle portare un fiore o recitare una preghiera - hanno affermato in una nota i familiari -. Abbiamo scelto il primo sabato del mese dedicato alla Vergine Maria vista la devozione che, per essa, aveva Pamela, oltre a noi tutti». La salma sarà tumulata nel cimitero capitolino del Verano, lì i parenti e gli amici potranno recarsi per ricordarla e per pregare per lei.
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