MACERATA - Vaccini aperti a tutti, boom di prenotazioni in provincia di Macerata. Nell’area vasta 3, dallo scorso sabato, presa d’assalto la piattaforma delle Poste Italiane tanto che ieri il primo appuntamento nei centri vaccinali provinciali era disponibile nella seconda metà di luglio. E nell’hub di Piediripa (quello dove sono convogliati più Comuni), prenotando ora si riceverà l’inoculazione non prima del 4 agosto. Tempi nettamente più lunghi rispetto alle altre Aree Vaste regionali, a dimostrazione che ci sono state più prenotazioni con l’apertura dell’ultima fascia d’età, la 12-39 anni.
Di contro, Macerata è la provincia con il più consistente zoccolo duro di anziani che non si sono vaccinati. Sono quasi 8mila: 7.997 persone con più di 70 anni, di cui 3.042 over 80 e 4.955 nella fascia compresa tra i 70 e i 79 anni. È il dato più alto della regione sia in senso assoluto che in relazione alla popolazione. Proprio per questo, non si tratta della quota di convinti no-vax. Diverse sono le spiegazioni per cui questa fascia di anziani è lontana dalla vaccinazione. Nessuno si è registrato né sulla piattaforma, tra le liste di adesione, né attraverso i numeri telefonici verdi o tramite sms. E molti neanche hanno chiesto informazioni ai propri medici di base.
Lo spiega Franca Laici, del Dipartimento di Prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica dell’Area Vasta. «Credo che una quota vada messa in relazione alla non corretta informazione sul vaccino Astrazeneca – dice – nei giorni in cui questo siero è stato sospeso, si è creata una certa psicosi soprattutto tra gli anziani. Ora diventa fondamentale il ruolo dei medici di base. Chiederemo la loro collaborazione per un’opera di avvicinamento e di convincimento, come avviene per le altre campagne vaccinali. Non chiederemo ai medici di somministrare i vaccini ma di supportarci nella corretta informazione. Grazie al rapporto fiduciario e alla conoscenza del paziente, possono dare una grande mano».
Secondo Alberto Tibaldi, coordinatore del dipartimento di Prevenzione dell’Asur, c’è anche un altro aspetto da considerare. «La difficoltà nel registrarsi nella piattaforma digitale – afferma – parliamo di persone che nella maggior parte dei casi non hanno abilità informatiche. E nel caso non ci sia l’aiuto di parenti, semplicemente si disinteressano della cosa. Ecco perché è importante il supporto dei medici di base, utili nel fornire un aiuto nella registrazione».
All’altro capo della fascia d’età, la moltiplicazione di prenotazione avvenute a partire dalle 12 (anche prima) di sabato scorso.
«Va ricordato – sottolinea Tibaldi – che è necessario vaccinarsi nella propria Area Vasta per non creare pericolosi corto-circuiti nei meccanismi di consegna delle dosi e nel calibrare le agende delle somministrazioni. Il vero appello che mi sento di lanciare, però, riguarda il rispetto delle fasce orarie degli appuntamenti: non presentatevi in anticipo. Arrivare alle 10 se si ha appuntamento alle 14 crea solo disagio agli operatori, fa formare una coda e crea conflittualità con gli altri utenti».