Meno pressione sui pronto soccorso. Di Falco: «Merito del sistema sanitario che ha funzionato»

Meno pressione sui pronto soccorso. Di Falco: «Merito del sistema sanitario che ha funzionato»
di Alessandra Bastarè
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Lunedì 30 Novembre 2020, 06:45

 MACERATA Diminuita la pressione sui pronto soccorso perché il sistema sanitario ha funzionato. Il vaccino anti-Covid? «Contiamo in primavera di aver vaccinato gran parte degli operatori sanitari per la loro maggiore sicurezza ma soprattutto per quella dei pazienti». A dirlo è il dottor Carlo Di Falco, direttore sanitario del presidio ospedaliero unico.

«Al momento, a livello di ricoveri, ci siamo stabilizzati anche dal punto di vista dell’organizzazione soprattutto grazie all’attivazione del Covid center di Civitanova e dell’ex palazzina di Malattie Infettive di Macerata – ha spiegato il dottor Di Falco -. Questo però ha comportato l’utilizzo per il 99% del nostro personale ospedaliero proveniente appunto dall’Area Vasta 3 tra medici, infermieri e oss che fanno riferimento alle aree specialistiche - e mi riferisco alla Pneumologia o alla Medicina Interna – ma poi il bacino si è allargato anche agli altri reparti». 

«Di conseguenza abbiamo dovuto prevedere una certa riduzione delle attività che però sono state distribuite su tutti e quattro gli ospedali – ha proseguito il direttore sanitario del presidio ospedaliero unico -. Parallelamente l’utenza va meno in ospedale ed evita di utilizzarlo quindi le due cose sono andate di pari passo. Abbiamo mantenuto puliti gli ospedali periferici e questo ha ridotto la pressione sull’ospedale centrale di Macerata che ha continuato a svolgere la sua attività garantendo il livello essenziale di assistenza per i nostri pazienti. Un piano pandemico che ha visto la necessità di non sacrificare un singolo ospedale ma “distribuire” i pazienti Covid in aree dedicate di tutti i nosocomi, in particolare i tre periferici». 


«La fase di rodaggio l’abbiamo superata e le decisioni prese seguendo il piano pandemico hanno permesso di abbassare la pressione sui pronto soccorso; se nella settimana dal 16 al 22 avevamo una media di 17 pazienti nei container che si trovano al pronto soccorso di Macerata, dalla settimana scorsa viaggiamo su una media di sei – ha proseguito il dottor Di Falco -.

Dall’altra parte il grande lavoro è stato effettuato dalle Usca e dai medici di base dato che, trattandosi di una pandemia, la territorialità gioca un ruolo importantissimo; c’è stata un’ottima risposta a livello di collaborazione e integrazione tra ospedali e territorio». Mentre i pronto soccorso tornano a respirare anche la curva sembra essere arrivata al suo plateau; ora cosa ci dobbiamo aspettare? «I risultati futuri dipendono da due variabili – ha sottolineato il direttore -. Il virus ha comportamenti molto variabili e ancora non ben codificati ma contiamo di aver fatto una buona campagna anti influenzale in tutta la Regione che contribuirà a dare i suoi risultati. Dall’altra parte ci sono i comportamenti delle persone e credo che tutti abbiamo capito cosa dobbiamo fare quindi non abbassiamo le difese, nemmeno in casa e non in questo momento che, in vista del Natale, pensiamo possa essere di festa e di ritrovo ma non è così. Non buttiamo via tutti gli sforzi fatti e speriamo che inizi, presto, la fase di discesa». 


E poi c’è l’attesa per il vaccino. «Appena arriverà tra le categorie che dovranno avere un percorso privilegiato ci sarà quella del personale ospedaliero dato che in questo modo anche noi potremmo sentirci maggiormente sicuri con i nostri pazienti – ha sottolineato il dottor Di Falco – poi chiaramente le categorie a rischio e in questo caso gli anziani che sono i più colpiti da questa pandemia. Sarà difficile imporre l’obbligatorietà ma credo che ci sarà una risposta ottimale. In relazione all’organizzazione possiamo dire che siamo ben collaudati ma dobbiamo tenere in considerazione la filiera della conservazione dato che sappiamo che il vaccino deve essere conservato a temperature basse e non ha un elevato periodo di conservazione. So che l’Asur si sta già adoperando in relazione a questo sia a livello ospedaliero sia territoriale. Contiamo, per la primavere, di avere una copertura significativa almeno per il personale sanitario» ha concluso il direttore.

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