Macerata, omicidio di Pamela: c'era
un etto di eroina nella casa dell'orrore

Macerata, omicidio di Pamela: c'era un etto di eroina nella casa dell'orrore
2 Minuti di Lettura
Giovedì 8 Marzo 2018, 12:00
MACERATA - Quasi un etto di eroina detenuta a casa di Oseghale, otto giorni prima dell’assassinio di Pamela Mastropietro. È quanto contesta la Procura a due dei quattro nigeriani indagati per l’omicidio della 18enne romana: Innocent Oseghale, di 29 anni e Lucky Awelima, di 27 anni.

Il procuratore Giovanni Giorgio e il sostituto Stefania Ciccioli, contestano ai due di aver detenuto il 22 gennaio scorso, in concorso, quasi 100 grami di eroina destinati ad essere spacciati. La droga sarebbe stata nascosta nell’abitazione di Oseghale in via Spalato 124, dove il 30 gennaio scorso, Pamela è stata uccisa e fatta a pezzi. Il prossimo 16 marzo i due saranno interrogati alla presenza dei rispettivi legali, l’avvocato Simone Matraxia per Oseghale e l’avvocato Giuseppe Lupi per Awelima.

Si tratta di un nuovo tassello aggiunto dagli inquirenti nel complesso puzzle investigativo che sta ricostruendo sia le circostanze della morte di Pamela Mastropietro, sia il contesto in cui esso è maturato. Fino ad oggi, infatti, Oseghale ha sempre negato di aver spacciato eroina. Il nigeriano ha sempre sostenuto di aver spacciato marijuana, tanto che era stato proprio lui a chiamare in correità Desmond Lucky, affermando che quando era stato avvicinato da Pamela che gli aveva chiesto dell’eroina, lui l’avrebbe messa in contatto con Lucky perché era lui - a suo dire - che spacciava eroina. Awelima, dal canto suo ha sempre negato di spacciare, qualsiasi tipo di droga. Il 16 marzo entrambi saranno sottoposti a interrogatorio, intanto domani per Awelima e per Lucky (difeso dall’avvocato Gianfranco Borgani) si terrà l’udienza al Tribunale del Riesame di Ancona. Per entrambi verrà chiesta la scarcerazione o una misura detentiva meno afflittiva.
© RIPRODUZIONE RISERVATA