Studentessa costretta a fare 180 chilometri al giorno per la scuola dei sogni, adesso il ministro Bianchi cerca una soluzione

Il ministro Patrizio Bianchi
Il ministro Patrizio Bianchi
di Riccardo Antonelli
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Sabato 14 Agosto 2021, 06:45

MACERATA - I numeri che si abbassano, le deroghe sempre più difficili da ottenere e il graduale spopolamento che avanza. Sono queste le problematiche presenti e future nel mondo della scuola dell’entroterra maceratese, dove per potersi iscrivere a un istituto superiore per seguire la propria passione a volte si è costretti a valutare soluzioni lontane centinaia di chilometri da casa.

È stato il caso, ad esempio, di una 14enne disabile che vive in un paese montano e voleva frequentare l’indirizzo Moda dell’Ipsia di Tolentino, ma per mancanza di numeri non ci sarà una prima classe e le è stato consigliato di iscriversi a Civitanova. Sulla vicenda si erano subito espressi sia il presidente Francesco Acquaroli che l’assessore regionale Giorgia Latini, annunciando di aver scritto al ministro Bianchi. Ieri è arrivata una prima risposta: «Mi ha chiamato il ministro per dirmi di aver preso in carico la vicenda legata alla giovane studentessa e alla mancata apertura delle prima classi dell’istituto superiore – fa sapere Acquaroli -. Mi ha riferito che cercherà di individuare una soluzione per soddisfare l’esigenza rappresentata, in collaborazione con l’ufficio scolastico e con gli altri enti coinvolti. In attesa di conoscere la soluzione che si prospetterà per il caso specifico, ringrazio il ministro per la solerzia con cui si è attivato nel comprendere la problematica». 
Si associa anche la Lega, entrata nella polemica attraverso le parole della consigliera regionale Anna Menghi. «La legge che garantisce il diritto allo studio dei disabili per consentire la loro integrazione ottimale, fissa in massimo 20 il numero degli alunni di una classe: non si fa cenno alla necessità di un numero minimo», spiega la Menghi.

Purtroppo quella di Tolentino non è una situazione isolata. «Nelle zone del cratere serve tenere in vita qualche servizio in più, non in meno, la scuola in questo senso è più che fondamentale – spiega il sindaco di Matelica, Massimo Baldini -. Anche a Matelica purtroppo abbiamo avuto un problema simile con una prima classe nell’Itc Antinori, in quanto in un primo momento non c’erano i numeri per creare la sezione. Ci siamo confrontati con la Regione, la Provincia e l’ufficio scolastico regionale e alla fine è venuta fuori una soluzione diversa che ci ha permesso di creare questa nuova prima. Grazie al preside Rosati infatti è stato dato un taglio più sportivo all’indirizzo in questione e siamo riusciti a raggiungere un maggior numero di iscritti». Situazione ancora più complessa nei paesi più piccoli. «Sia a Pioraco che a Sefro abbiamo approvato una convenzione che già da questo settembre unirà le scuole elementari e la materna - annuncia il sindaco di Pioraco Matteo Cicconi -, i bambini della materna andranno a Sefro, quelli delle elementari a Pioraco. Si parla di numeri allarmanti, abbiamo poche unità all’anno. Se facciamo una previsione rispetto ai nati nel 2018, 2019 e 2020, si parla di pochissimi bambini. Da una parte si scongiurano le classi numerose, che sono dannose per il mondo scolastico, però dall’altra c’è preoccupazione. Si finanziano nel cratere scuole con milioni di euro con il rischio di creare cattedrali nel deserto. Bisogna mettere in campo strategie forti per contrastare questo spopolamento e questo calo della natalità. Questo non significa che al momento non debbano essere concesse deroghe».

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