Multa per eccesso di velocità, l'odissea di un maceratese: «Mai stato in Belgio. Truffa o errore?»

Multa per eccesso di velocità, l'odissea di un maceratese: «Mai stato in Belgio. Truffa o errore?»
Multa per eccesso di velocità, l'odissea di un maceratese: «Mai stato in Belgio. Truffa o errore?»
di Giulia Sancricca
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Mercoledì 10 Maggio 2023, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 16:55

MACERATA - Una multa per eccesso di velocità recapitata a casa lo scorso ottobre. Nulla di strano se non fosse che l’infrazione sarebbe stata commessa in Belgio, Paese dove l’automobilista non è mai stato. Un’odissea senza fine quella che si trova a vivere un maceratese che si è rivolto a forze dell’ordine e Federconsumatori ma non ha ancora trovato il bandolo della matassa. A raccontare la vicenda è sua figlia, da mesi in giro per uffici con l’obiettivo di capire almeno se sia un errore o una truffa. Ma niente.

Il racconto

«Abbiamo ricevuto una multa di 104,06 euro a ottobre scorso - racconta la giovane -. È stata recapitata a casa nostra con la posta semplice e quando l’abbiamo aperta abbiamo visto che era molto generica: venivano indicati il luogo (Belgio) e la targa, ma non l’andamento orario dell’auto e nemmeno lo strumento utilizzato per appurare l’infrazione».

Difficile dunque capire se si trattasse di un errore - magari nel numero della targa - o di una truffa. L’unica certezza è che quell’auto non è mai transitata in quella strada, né tanto meno in Belgio. «Così abbiamo lasciato cadere la cosa. Ma a quel punto ci sono arrivate altre lettere. A dicembre con la stessa cifra, poi un’altra maggiorata a 117,06 euro e l’ultima di 171,75. Le prime due sono state inviate da Police Belgio, la terza da un certo Ministero pubblico e l’ultima dal Procuratore della corona». 

Le soluzioni

Allora l’automobilista si è rivolto alle forze dell’ordine. «Purtroppo - dice la figlia - essendo una multa arrivata da un Paese straniero, nessuno ha potuto fare niente per noi. Poi, pensando a una truffa, ci siamo rivolti anche alla Federconsumatori». I dubbi che possa trattarsi di una truffa sono diversi. «Innanzitutto le lettere sono molto diverse tra loro - spiega la giovane - e addirittura dell’ultima c’è la scritta “Translation” nel foglio in cui si traduce la missiva in italiano». Tre anche le diverse modalità di pagamento della sanzione. «L’opzione A prevede l’accesso al portale tramite un link; la B un qrcode e la C tramite bonifico bancario». Non è escluso quindi che le modalità telematiche per il pagamento possano rappresentare un escamotage per accedere ai conti correnti dell’utente. Ma ormai, chiunque sia dall’altra parte delle missive - mai arrivate per raccomandata - ha lanciato l’ultimatum. «O paghiamo entro il 20 maggio o facciamo ricorso, ma dobbiamo vedere cosa conviene, poiché nella seconda ipotesi saremmo tenuti a nominare un legale del Belgio». La questione non riguarda tanto la somma irrisoria da pagare, ma il fatto che l’automobilista e quell’auto non sono mai stati in Belgio. «È assurdo che non ci sia un modo per capire se si tratta di una truffa o di un errore. Non è possibile che in Italia nessuno possa aiutarci a trovare una soluzione a questa odissea che coinvolge un Paese straniero».

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