Addio a Paolo Piangiarelli, il dolore degli amici: «Sei salito a sentire Billie Holiday cantare dal vivo».

Paolo Piangiarelli
Paolo Piangiarelli
di Luca Patrassi
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Domenica 2 Gennaio 2022, 11:15

MACERATA - Si è spento ieri, nella sua abitazione, all’età di 81 anni, il maceratese Paolo Piangiarelli: lascia la moglie Giovanna, le figlie Cristiana, Virginia e Mary Theresa, il fratello Sandro. I funerali si svolgeranno oggi alle 16 nella chiesa dell’Immacolata. Macerata perde un punto di riferimento nell’ambito musicale. Sassofonista autodidatta, ha firmato le pagine più importanti negli ultimi decenni del jazz, non solo a Macerata.

Il suo nome era salito prepotentemente alla ribalta, e noto al grande pubblico, nel 1970 quando riuscì ad organizzare il primo festival internazionale di jazz allo Sferisterio, da allora ha organizzato centinaia di concerti di assoluto rilievo, scoperto nuovi talenti, inventato il premio Massimo Urbani, costruito una sua etichetta discografica Philology, pubblicato opere di rilievo assoluto. 

Un amante della buona musica jazz e buon amico dei suoi principali interpreti su scala mondiale: lo si vedeva spesso in città e negli studi di registrazione al fianco di star assolute come Phil Woods, Chet Baker, Mike Melillo, Stan Getz, lo stesso impegno lo metteva in tutti i concerti che organizzava, per limitarsi a Macerata allo Sferisterio, al Lauro Rossi o al Pozzo. La stessa professionalità la metteva al servizio della stella mondiale come dell’ultimo arrivato, lo stesso entusiasmo nel trattare con le stelle americane o con il giovanissimo alle prime uscite, la stessa attenzione per i palcoscenico di provincia o i grandi club.

Organizzatore raffinato ed anche talent scout, capace di grandi intuizioni organizzative, come il primo festival jazz dello Sferisterio del 1970 cui non venne dato alcun seguito da miopi amministratori pubblici che lasciarono campo libero ad Umbria Jazz, e capace di lanciare una generazione di fenomeni italiani dal palcoscenico del premio Urbani dove sono passati artisti come Paolo Fresu e Francesco Cafiso. Tanti i commenti, le testimonianze di affetto nei riguardi di Paolo Piangiarelli . 

Così lo scrittore maceratese Filippo Davoli nella sua pagina Facebook: «È salito a sentire Billie Holiday cantare dal vivo il carissimo amico Paolo Piangiarelli.

Non stava bene da un po’ di tempo, ora però chissà che meraviglioso concerto l’accoglierà in cielo. Quaggiù – con la sua etichetta “Philology” e il suo entusiasmo colto e infinito – ci ha insegnato come si ama il jazz. A lui si deve l’ideazione del Tenco Project (Ghiglioni, Petrin, Boltro, etc.), a lui il Chet Baker più potente e segreto. Ma è stato anche un bravo attore di teatro e – lo ribadisco – un grande amico. Gli ho voluto molto bene. Mi mancherà». 

Anche il sindaco Sandro Parcaroli, a nome dell’amministrazione, ha avuto parole di cordoglio per «un grande conoscitore del genere che fece diventare Macerata un punto di riferimento internazionale grazie al Festival Jazz».

L’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta ha porto le condoglianze alla famiglia tramite Daniele Massimi, organizzatore di Macerata Jazz. Lo ha ricordato anche l’ex assessore alla Cultura Massimiliano Bianchini: «La città perde un grandissimo personaggio, una grazia aver avuto vicino un protagonista del jazz italiano». Oggi, appunto, l’ultimo saluto nella chiesa dell’Immacolata in corso Cavour, l’addio a una persona che ha riempito di note il cuore di tanti maceratesi. 
 

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