«Modello Livigno per la rinascita post sisma». Il podcast del Corriere Adriatico con l’assessore regionale Castelli accende il dibattito tra i sindaci

«Modello Livigno per la rinascita post sisma». Il podcast del Corriere Adriatico con l assessore regionale Castelli accende il dibattito tra i sindaci
​«Modello Livigno per la rinascita post sisma». Il podcast del Corriere Adriatico con l’assessore regionale Castelli accende il dibattito tra i sindaci
di Monia Orazi e Emanuele Pagnanini
4 Minuti di Lettura
Sabato 16 Luglio 2022, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 05:34

MACERATA - Dopo sei anni «la pazienza è finita». Emerge dalle risposte dei sindaci e viene evidenziato nelle domande poste dal Corriere Adriatico all’assessore regionale Guido Castelli. Il terzo podcast del direttore Giancarlo Laurenzi tratta il tema dei temi per le Marche: quel terremoto che, impossibile da cancellare nei ricordi, è ancora troppo presente nelle macerie. «Siamo ancora nella fase dell’emergenza», ammette Castelli. Il direttore Laurenzi gli strappa una data: «entro il 2023 saremo oltre». I numeri parlano di un cambio di passo con il commissario Legnini: triplicati i decreti, 276 i progetti validati per il recupero di edifici pubblici. Ma siamo ancora alla produzione di atti, pur indispensabili, come rileva Lolita Falconi, caposervizio della redazione di Macerata, che chiede conto dell’impatto del Superbonus e del Pnrr.


Claudio Pettinari, rettore dell’Università di Camerino, esempio concreto dell’abusato termine resilienza, mette sul tavolo la questione dello sviluppo economico, per non trasformare l’entroterra maceratese in sperduti villaggi di seconde case, e della transizione energetica.

E Castelli lancia una suggestione: «Arquata del Tronto sarà una comunità energetica vivente». Vivente come deve tornare ad essere questo territorio che non vuol più essere un unico “cratere”. «Non è pensabile che 138 Comuni abbiano la stessa situazione – spiega Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera – condivisibili le parole di Castelli. Con Legnini, i decreti sono finalmente stati attivati. Ma poi siamo incappati nel Superbonus e nel 110%. Un problema nazionale che ha creato il paradosso di veder premiate le ditte che hanno incassato i crediti d’imposta senza fare i lavori». Ma il sisma «non è stato la causa della desertificazione dell’entroterra».

«Occorrono servizi - sottolinea Falcucci -. Chi si trasferisce in un nuovo paese, chiede dov’è l’asilo, dov’è la scuola, dov’è l’ospedale. Abbiamo la maggioranza di seconde case di marchigiani emigrati. Ora si rischia di perdere il contatto con la seconda generazione se nessuno ricostruisce. Servono agevolazioni: una zona franca tipo Livigno per 20 o 30 anni. E poi togliere l’Irpef ai pensionati italiani che si trasferiscono nei nostri Comuni. Ma agli anziani servono servizi sociosanitari. Bisogna avere il coraggio di ripopolare le aree montane». 


Di «pazienza finita» parla Luca Maria Giuseppetti, sindaco di Caldarola. «Legnini ha dato una sterzata importante ma il Superbonus ha reso introvabili le ditte. Provvedimenti che da queste parti non hanno dato benefici. Serviva una classificazione dei Comuni danneggiati diversa, come quella del ’97. Ora c’è il Pnrr, una grande opportunità. A patto che i soldi siano usati per fare ciò che non è stato fatto prima del 2016. Se un bambino si deve alzare alle 5 per andare a scuola o se una donna non sa dove partorire, non c’è futuro. La ricostruzione delle case è solo l’inizio: occorre ricostruire il tessuto sociale».

I sindaci di Camerino e Visso hanno le idee chiare. Spiega Roberto Lucarelli, neo sindaco della città ducale. «Oggettivamente c’è stata un’impronta forte nella ricostruzione data dal commissario Legnini, grazie anche all’uscita dell’ultima ordinanza, la 126. La ricostruzione dei borghi è la criticità principale, data dalla conformazione storica del tessuto urbano. Ma adesso è il momento di sedersi con chi governa la nazione, capire se il governo centrale crede nella ricostruzione e nel rilancio economico di questi territori. Dobbiamo investire risorse con un progetto centrato sulla specificità della zona montana, non omogeneo per l’intero cratere».

A Visso il primo cittadino Gian Luigi Spiganti Maurizi afferma: «Abbiamo perso almeno tre anni che non potranno essere recuperati. Da due anni Legnini ha invertito la marcia. La priorità sta nel creare nuovi posti di lavoro, predisponendo incentivi ad hoc per le imprese. Il Pnrr può dare in questo senso ottime opportunità con il fondo complementare, ma vanno attuate misure che impediscano eventuali speculazioni di chi investe per prendere fondi e poi abbandona il territorio. Per noi è fondamentale ripartire turisticamente ma mancano le strutture ricettive. Un’opportunità fondamentale è il riciclo delle macerie. Da tempo avevo lanciato questa idea, ora sta diventando realtà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA