Mille firme contro la nuova scuola Mameli al posto del verde. Ecco la zona alternativa suggerita

Mille firme contro la nuova scuola Mameli al posto del verde. Ecco la zona alternativa suggerita
Mille firme contro la nuova scuola Mameli al posto del verde. Ecco la zona alternativa suggerita
di Riccardo Antonelli
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Sabato 23 Aprile 2022, 08:25

MACERATA  - Mille firme per dire no alla realizzazione della nuova scuola Mameli nell’area verde di via Ancona, nel rione Marche. I residenti della zona fanno sentire la loro voce chiedendo al Comune di rivalutare l’ipotesi di costruire il nuovo plesso nello spazio dei giardinetti che praticamente fanno da polmone verde all’intero quartiere.

L’iniziativa dei cittadini nasce dal consigliere del Partito democratico Maurizio Del Gobbo, con la costituzione di un comitato e appunto una petizione che ha raccolto un migliaio di firme. A spiegare le motivazioni di questo atto di protesta è l’avvocato Sonia Savi, portavoce del gruppo di cittadini. 


«La nostra non vuole essere una polemica fine a se stessa, né tantomeno vogliamo generare situazioni di contrasto – esordisce Savi –, vogliamo solo sensibilizzare l’amministrazione comunale su questo tema, in quanto per la città quell’area verde è molto importante.

Innanzitutto, si tratta di giardinetti che offrono ristoro e riparo a tantissimi bambini e anziani non solo di quel quartiere, ma di tutta Macerata. Un’area verde rigogliosa e su cui il Comune ha investito negli anni con giochi e nuove piante. Non comprendiamo perché debba essere smantellata. Inoltre, l’area si presta male per la costruzione di una scuola in termini di viabilità e parcheggi. Parliamo di una zona già congestionata dal traffico per la vicinanza di tribunale, sede dell’Inps e di Confartigianato». Il comitato propone comunque due alternative al Comune. «Ribadiamo che si tratta di un’area che per questioni di traffico non andrebbe appesantita con una scuola – conferma Sonia Savi – però se non si può proprio costruire la scuola altrove, ci sono due stabili fatiscenti che potrebbero essere recuperati e utilizzati come plesso scolastico, ovvero l’ex Canovari e l’ex fabbrica Gastor. La nostra non è una protesta che nasce da oggi, ma dall’ottobre 2021. Vogliamo risposte». 


Lla risposta arriva dall’assessore ai Lavori pubblici Andrea Marchiori, già a conoscenza di questa problematica. «Occorre anzitutto avere la consapevolezza che si tratta di una grande opportunità per l’Istituto comprensivo, per i bambini e direi per la città, così come per tutti gli altri interventi di edilizia scolastica programmati e interamente finanziati senza pesare sul bilancio del Comune – fa sapere Marchiori -. L’amministrazione pone la dovuta attenzione alle sollecitazioni dei cittadini anche se i promotori di questa iniziativa non hanno chiesto sino ad oggi incontri con il sottoscritto, ma hanno presentato una petizione a cui verrà data senz’altro risposta. Come già annunciato, l’area su cui sorgerà la nuova scuola deve necessariamente essere di proprietà comunale e quella di via Ancona è una ipotesi di lavoro su cui è stato valutato uno studio di fattibilità tecnico. Analogo studio è stato fatto anche sull’area dell’ex asilo di via Alfieri, ma lo spazio disponibile non è sufficiente rispetto ai parametri di edilizia scolastica dettati dal Ministero; peraltro, quell’immobile sarà oggetto di altro finanziamento per riparazione danni sisma». 


«Anche l’altra ipotesi, proposta pubblicamente dal comitato dei cittadini, di utilizzare l’area del parcheggio attigua alla ferrovia, nella zona limitrofa al sottopasso di via Marche, non appare percorribile», prosegue l’assessore. Si valuteranno comunque anche altre ipotesi. «Con gli uffici valutiamo tutte le soluzioni adeguate al caso, tutte nessuna esclusa, perché è evidente che l’interesse non è speculativo trattandosi di una scuola, ma è quello di offrire alla città la migliore prospettiva futura – conclude Marchiori -. Purtroppo l’edilizia scolastica in città è ferma agli anni sessanta/settanta e troppo spesso le scuole sono state relegate nelle aree meno appetibili, quelle residuali rispetto all’edilizia abitativa e commerciale, mentre a nostro parere le scuole dovrebbero stare nelle aree idonee a garantire benessere ai bambini che lì passano la maggior parte della giornata. Con tali indirizzi continuiamo a lavorare e ci auguriamo che i legittimi interrogativi dei cittadini non vengano usati e strumentalizzati da chi ha solo interesse a svilire l’attività dell’amministrazione».

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