MACERATA - Attraverso tre società e il supporto di tre professionisti avrebbero fatto incetta di Ecobonus e Sismabonus dichiarando interventi di ristrutturazione gonfiati anche tre volte tanto e ottenendo crediti fittizi per 4,8 milioni di euro, di cui circa la metà era stata monetizzata.
Parte dei proventi illeciti era finita in diamanti, Rolex, auto di lusso e immobili. Per 7 persone è scattato l’arresto: carabinieri e finanzieri hanno eseguito perquisizioni tra Tolentino, Civitanova, Martinsicuro e Falconara Marittima sequestrando beni per oltre 2,6 milioni di euro.
In carcere
In carcere sono finiti Marsel Mati, imprenditore albanese 31enne di Tolentino e l’architetto 66enne di Martinsicuro Pier Lunghi. Ai domiciliari con il braccialetto elettronico Shpresa, Marsida e Alba Mati, rispettivamente madre (59 anni), sorella (29) e moglie (25) del 31enne, Carlo Pisciotta, ex commercialista di 65 anni e amministratore unico e socio occulto di un’immobiliare e Giuseppe Ruiti Spurio, consulente del lavoro di 56 anni, tutti di Tolentino. Le accuse a vario titolo sono di associazione a delinquere, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio. I particolari dell’operazione “110% plus” che ha visto impegnati i finanzieri della Tenenza di Camerino e i carabinieri del Nucleo investigativo provinciale sono stati spiegati in una conferenza stampa. A loro è andato il plauso del procuratore Giovanni Narbone che ha parlato di una «operazione rilevante per il territorio».
Tutto era iniziato nel 2019 quando i militari del Nucleo investigativo del Reparto operativo guidato dal tenente colonnello Massimiliano Mengasini avevano avviato un’attività su un presunto episodio di estorsione e minaccia: «Due società edili avevano acquistato all’asta un cantiere a seguito di un fallimento – ha ricordato Mengasini -. Ma nell’immobile i due imprenditori avevano trovato il 31enne che per andare via aveva chiesto e ottenuto 60.000 euro». Da qui era partita l’attività info-investigativa anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali che dopo qualche tempo si era incrociata con un’indagine della Tenenza di Camerino guidata dal sottotenente Elia Mascolo. Nel 2021 i finanzieri stavano indagando su presunte truffe in materia di Superbonus 110% quando la loro attenzione si era focalizzata su una società di recente costituzione riconducibile a un gruppo familiare dei Mati «che evidenziava una notevole sproporzione tra quanto ostentato in termini di disponibilità economiche e patrimoniali e i redditi dichiarati», ha spiegato il comandante provinciale della Gdf Ferdinando Falco. Erano quindi scattati accertamenti patrimoniali e di natura fiscale. «E anche qui di grande aiuto sono state le intercettazioni – è intervenuto il comandante provinciale dei carabinieri Nicola Candido -. È capitato che gli indagati contattassero i convocati dalla Guardia di finanza per dare istruzioni su cosa dire».
Le fatture
Le fatture, conseguentemente emesse nei confronti dei committenti dei lavori, risultati spesso ignari, venivano inserite nel portale dell’Agenzia delle Entrate, con i visti di conformità apposti indebitamente da un professionista abilitato, in modo da poter poi cedere i crediti ed ottenerne la monetizzazione. Il capo dell’associazione per gli investigatori era Marsel Mati, già noto alle forze dell’ordine (è stato anche condannato in primo grado a 10 anni per tentato omicidio), la mente era la madre Shpresa, laureata in economia e commercio in Albania. Per gli inquirenti avevano già messo gli occhi sui fondi del Pnrr. Ieri sono scattati gli arresti e le perquisizioni disposti dal Gip Giovanni Maria Manzoni su richiesta del Pm ministero Vincenzo Carusi.
Martedì mattina alle 9.30 Marsel Mati e la madre Shpresa (appena tornati dall’Albania) hanno trovato carabinieri e finanzieri ad aspettarli al parcheggio dell’aeroporto di Ancona. Sequestrati 10 fabbricati, 12 terreni, 4 autovetture, orologi di lusso, oggetti preziosi e di valore, denaro contante e un assegno, per circa 30.000 euro, nonché ulteriore materiale utile alle indagini. In una conversazione Marsel Mati dice di aver «comprato tutto lassù», intendendo Belforte. «L’ex night, quell’altra casa in pietra a fianco, un’altra casa ancora lassù, tutta la montagnetta».
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