Macerata, matricole in crescita:
l'Università piace anche agli stranieri

Macerata, matricole in crescita: l'Università piace anche agli stranieri
di Lolita Falconi
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Martedì 2 Luglio 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:28
MACERATA - Nel 2018/2019 sono aumentate del 6% le matricole dell’Università di Macerata, passando da 1.698 a 1.800, mentre gli iscritti complessivi ai primi anni – compresi, quindi, anche eventuali passaggi di corso o riprese degli studi – sono cresciuti da 2.344 a 2.403. Aumenta progressivamente l’attrattività dell’Ateneo verso l’esterno con un incremento del 21% degli studenti stranieri iscritti al primo anno, provenienti da oltre sessanta paesi diversi quali Cina, Francia, Polonia, Russia, Spagna. E, ancora: Brasile, Germania, India, Pakistan, Albania, Marocco, Nigeria, Arabia Saudita, Iran, Israele, Messico, Stati Uniti d’America. L’Università di Macerata si colloca tra i medi atenei, con un totale di circa 10.300 iscritti a cui si aggiungono gli oltre 2.000 del terzo livello, ossia master, scuole di specializzazione, dottorati di ricerca, corsi di formazione e specializzazione come quelli in fase di avvio per il sostegno.
 
«Questi numeri – commenta il rettore Francesco Adornato – testimoniano la forza reputazionale dell’ateneo. La nostra offerta didattica unisce l’autorevolezza di un tessuto culturale e scientifico dalla tradizione secolare con l’apertura verso l’innovazione e l’attenzione alle nuove competenze di un mercato del lavoro globalizzato e in rapida evoluzione». I corsi di laurea Unimc si caratterizzano per il loro carattere internazionale. Anche quest’anno saranno riproposti i tre corsi di laurea in lingua inglese nei settori dell’economia e finanza, delle relazioni internazionali e del management del turismo che contribuiscono a creare a Macerata un clima multiculturale, con ragazzi di diversi continenti uniti dagli studi comuni. Cresce il numero di percorsi formativi che permettono di conseguire, oltre alla laurea italiana, anche il titolo equivalente dell’Ateneo straniero partner, trascorrendo periodi di studio in Francia, Spagna, Polonia o Albania. Negli anni l’offerta formativa è stata razionalizzata, arrivando a concentrarsi su settori quali: beni culturali, economia, filosofia, giurisprudenza, lettere, lingue, storia, mediazione linguistica, scienze dell’amministrazione, scienze della comunicazione, pedagogia e scienze della formazione, scienze giuridiche applicate, scienze politiche e relazioni internazionali, servizio sociale, turismo. Per il prossimo anno accademico partirà anche il nuovo corso in Scienze giuridiche per l’innovazione, con due curricula di forte appetibilità focalizzato su “Diritto e sicurezza delle nuove tecnologie” e “Trasporti marittimi e logistica portuale”. «Abbiamo fortemente rinnovato anche i dottorati di ricerca. Uno sforzo già premiato dal Ministero, che ha riconosciuto i cinque corsi - Diritto e innovazione, Formazione, patrimonio culturale e territori, Global studies, Quantitative methods for policy evaluation, Umanesimo e tecnologie – come Dottorati innovativi: una sorta di “etichetta di qualità” che ne evidenza il carattere internazionale, interdisciplinare e intersettoriale, ossia il rapporto con le imprese e l’impatto sociale sul territorio. Anche la collaborazione con le aziende è, infatti, sempre più stretta, per costruire percorsi di ricerca applicata, grazie anche ai finanziamenti della Regione, conclude Adornato.
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