«In ambulanza da Matelica a Macerata. Rifiutato da Fabriano, papà è morto». L'Ast avvia le verifiche

«In ambulanza da Matelica a Macerata. Rifiutato da Fabriano, papà è morto». L'Ast avvia le verifiche. Foto generica del mezzo di soccorso
«In ambulanza da Matelica a Macerata. Rifiutato da Fabriano, papà è morto». L'Ast avvia le verifiche. Foto generica del mezzo di soccorso
di Monia Orazi
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Venerdì 20 Gennaio 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 15:10

MACERATA  - Dalla sua casa di Matelica all’ospedale di Macerata per una crisi respiratoria, nonostante l’anziano fosse in cura nella struttura sanitaria di Fabriano e quella risultasse più vicina. La figlia di Domenico Ausiello, un anziano di 84 anni morto il primo gennaio al pronto soccorso dell’ospedale di Macerata, non si dà pace per quanto accaduto a suo padre e ha chiesto aiuto al Tribunale del Malato di Matelica «per evitare che quanto accaduto a mio padre succeda ad altri».

 

Il racconto di Paola Ausiello è arrivato - tramite il coordinatore del Tribunale del Malato di Matelica, Dante Reale - all’attenzione del presidente della Regione Francesco Acquaroli, dell’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, del sindaco di Matelica Massimo Baldini e dei due commissari rispettivamente di Ast 2 e 3 Nadia Storti e Antonio Draisci.

Nella missiva la ricostruzione degli ultimi giorni di vita dell’84enne e la richiesta alle autorità di verificare l’attività svolta durante il soccorso. «Il 31 dicembre - ha scritto il Tribunale del Malato sulla base di quanto raccontato dalla figlia dell’anziano - Ausiello è rientrato a casa dalla dialisi eseguita all’ospedale di Fabriano molto debilitato ed è rimasto a letto. Il giorno dopo accusava ancora dolori alla schiena e tossiva molto, tanto da continuare a restare a letto. Alle 20.40 ha iniziato ad accusare difficoltà respiratoria, tanto che i familiari hanno chiamato il 118 di Matelica che è intervenuto prontamente dando l’ossigeno al paziente e chiamando la seconda ambulanza con il medico a bordo. Alle 21 il medico del 118, constatata la criticità, ha chiamato il pronto soccorso di Fabriano perché Ausiello era un loro paziente ed era l’ospedale più vicino dove accompagnarlo. La dottoressa del pronto soccorso di Fabriano ha però risposto che secondo il protocollo il paziente andava portato a Macerata. Così l’84enne è stato caricato sull’ambulanza in direzione Macerata. Durante il tragitto, il paziente ha avuto un arresto cardiaco ed è stato rianimato. Alle 23.20 è arrivato al pronto soccorso del capoluogo e dieci minuti dopo è stato constatato il decesso». 

I familiari vogliono capire
 

I familiari non riescono quindi a comprendere i motivi per cui il paziente non sia stato portato all’ospedale più vicino. «La ferale conclusione del fatto - scrive Reale - ci induce a una inevitabile richiesta: se un professionista che ha il paziente in presenza ritiene la situazione grave, tanto da richiedere aiuto al pronto soccorso più vicino, può il professionista che riceve la richiesta negarlo in virtù di un protocollo? Vorremmo capire se c’è stato eccessivo zelo nell’interpretazione del protocollo da parte del professionista che ha negato il ricovero, o se il protocollo prevede categoricamente simili interpretazioni. Non si possono discriminare i cittadini in base ai confini territoriali o sanitari. Se Ausiello fosse stato cittadino di Cerreto d’Esi invece che di Matelica - la provocazione -, sarebbe stato soccorso circa due ore prima. Chiediamo al nostro sindaco di sollecitare chiarezza e soluzione per questo incredibile problema sanitario». Le aziende sanitarie territoriali 2 e 3 hanno avviato le verifiche interne. Per la zona maceratese, il direttore sanitario dell’Ast, Daniela Corsi, dice che «si stanno raccogliendo tutti i dettagli per sapere come sono andate le cose, anche insieme al direttore del 118 Ermanno Zamponi, e poi alla fine faremo una valutazione». Nadia Storti, commissario dell’Ast 2 chiarisce che «dai sintomi è emerso nel paziente un problema di tipo cardiologico per il quale era necessaria l’emodinamica. All’ospedale di Fabriano non c’è e se il paziente fosse stato accompagnato lì poi sarebbe stato trasferito ad Ancona. Dunque è stata scelta Macerata. È questo il protocollo a cui fa riferimento la dottoressa». 

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