MACERATA - Una vita famigliare da incubo, otto anni di maltrattamenti e umiliazioni subiti dal marito e dai parenti. È il quadro emerso dal processo a carico di cinque persone di nazionalità indiana, residenti a Macerata, che avrebbero inflitto a una donna di 37 anni violenze di ogni tipo.
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Tra le sue colpe anche il fatto di essere rimasta incinta di una bambina anziché di un maschio.
Dinanzi al giudice del tribunale Federico Simonelli sono stati ricostruiti episodi avvenuti tra il 2010 e il luglio 2018. Il pubblico ministero Stefano Lanari ha chiesto due anni per gli imputati per le violenze subite dalla donna, alla quale, sempre secondo quanto emerso dal dibattimento, sarebbe stato impedito di lavorare e le sarebbe stato negato addirittura il cibo. Sempre secondo quanto emerso dalla ricostruzione fatta dall’accusa durante procedimento, la donna sarebbe stata anche insultata e chiamata “nera” a causa del colore più scuro della pelle; sarebbe stata schiaffeggiata e picchiata dai suoceri, il marito e il cognato l’avrebbero presa anche a pugni. La donna sarebbe stata picchiata anche quando era al sesto mese di gravidanza. La donna e i due figli si sono costituiti parte civile.