Sestili sul passaggio di “Natali” e “Liviabella” da Pollenza a Macerata: «L’accorpamento doveva essere provvisorio»

Sestili sul passaggio di “Natali” e “Liviabella” da Pollenza a Macerata: «L’accorpamento doveva essere provvisorio»
Sestili sul passaggio di “Natali” e “Liviabella” da Pollenza a Macerata: «L’accorpamento doveva essere provvisorio»
di Lolita Falconi
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Sabato 29 Ottobre 2022, 05:55

MACERATA -  Ricongiunzione dei plessi scolastici “Liviabella” e “Natali”, interviene la consigliera provinciale Laura Sesitili per cercare di fare chiarezza sul tema dopo le polemiche degli ultimi giorni. «L’attuale situazione, che vede l’accorpamento dei due plessi nell’ambito dell’Istituto comprensivo Monti di Pollenza, è il frutto di una scelta emergenziale del 2000 attuata dall’allora Provveditorato agli studi e assecondata dal Comune di Macerata, sulla scorta di una necessità di dimensionamento scolastico del periodo - spiega la consigliera -. Stigmatizzando il fatto che nel nostro Paese le scelte provvisorie sembrano diventare definitive lasciando intendere che si crei una sorta di usucapione di prerogative pubbliche e normativamente individuate, c’è da segnalare come nel corso degli ultimi 20 anni le cose siano parecchio cambiate».

 
«Sono mutate le dinamiche abitative e il numero delle famiglie e degli studenti nei territori dei due Comuni, Pollenza e Macerata e, come da recente cronaca, il problema oggi investe soprattutto Macerata e la frazione di Sforzacosta - sottolinea Sestili -. È altresì importante confutare chi ha detto che nel corso di questo periodo i “cittadini” di Pollenza hanno sostenuto costi per le scuole di Macerata, tale assunto è inesatto in quanto è vero semmai il contrario, nei 20 anni trascorsi tutte le spese per le utenze e i costi di manutenzione sono sempre stati sostenuti dal Comune di Macerata.

Così come sono non corrispondenti al vero le affermazioni che insinuano che questa sia l’anticamera per un trasferimento di docenti o personale di servizio; infatti, nulla cambierà da questo punto di vista. Altrettanto priva di fondamento è l’affermazione di un pericolo di sottodimensionamento del plesso con futura “perdita o trasferimento dello scuole”: nessun plesso potrà essere spostato o cessato se vi è una congrua presenza di alunni, eventualmente la questione riguarda solo l’assegnazione della dirigenza con eventuale ricorso alla “reggenza” (come avviene in moltissimi altri casi). Anche questo latente timore della perdita dell’autonomia (con conseguente ricorso alla reggenza del Dirigente) viene sconfessato dal fatto che una volta definito l’ambito della programmazione scolastica - di competenza di Comune, Provincia e infine Regione - sarà l’Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale (sulla base delle iscrizioni e delle frequenze) a definire il dimensionamento dei vari Istituti comprensivi». Sestili dunque ricorda che anche per l’anno scolastico 2023-24 «resterà in vigore l’emendamento alla legge finanziaria del 2020 dove i limiti minimi per l’autonomia scolastica sono ricondotti da 600 a 500 alunni (da 400 a 300 per le scuole dei comuni montani). Il comprensivo di Pollenza anche con lo spostamento del plesso di Sforzacosta a un comprensivo di Macerata ha una frequenza comunque superiore alle 600 unità».

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