MACERATA - Forti e reattive dinanzi alla devastazione sociale ed economica del Covid, ma anche preoccupate di dover ridimensionare la loro attività: è il quadro delle donne artigiane di Cna che emerge dall’analisi del centro studi dell’associazione. Le imprenditrici si sono date appuntamento sul web per analizzare i dati emersi dall’indagine dell’associazione sull’imprenditoria femminile. Federica Carosi, coordinatrice del comitato Impresa Donna Cna Macerata, ha introdotto i primi risultati dello studio.
«Più di una imprenditrice o lavoratrice autonoma su due non si è fatta travolgere, nemmeno psicologicamente, dall’annus horribilis 2020.
Giovanni Dini, direttore del Centro studi Cna Marche, ha descritto le dinamiche regionali dell’imprenditoria in generale, sottolineando come le Marche stanno perdendo imprese dal 2017: «L’apice del disastro economico portato dalla pandemia c’è stato nel secondo trimestre del 2020 quando i ricavi medi per una impresa sono scesi da 30.700 euro a 19.400».
In questo quadro le donne sono più colpite dei maschi, «non solo – sottolinea Dini - nel campo delle imprese ma anche degli occupati». Sul primo versante, il direttore del centro studi rileva che «la nostra regione negli ultimi 16 anni ha perso ben il 4,3% delle imprese femminili mentre nelle altre regioni, simili per struttura produttiva, sono in aumento: più 3% in Veneto, + 1% in Toscana, + 0,2% in Emilia Romagna, con una media nazionale di + 2,3%».
Dini dettaglia questa voragine a livello provinciale: «Macerata, in proporzione, è la peggiore con 123 imprese rosa in meno; -170 per Ancona, -66 Pesaro e -14 Fermo». Ma fornisce un dato in controtendenza. «Tra le imprese più recenti, quelle femminili sono più presenti rispetto a quelle più anziane. C’è un dinamismo maggiore nelle imprese femminili rispetto a quelle maschili». Tuttavia, «le imprese femminili sono soprattutto nei settori moda e calzaturiero che soffrono di più la congiuntura economica sfavorevole».