MACERATA - La stabilizzazione del personale, lo snellimento delle pratiche per la ricostruzione pubblica e privata. Ma anche norme in materia di superbonus. Sono queste le principali richieste che i sindaci dei Comuni colpiti dal sisma del 2016 rivolgono al nuovo commissario alla ricostruzione Guido Castelli che succede a Giovanni Legnini. È in programma per oggi la conferenza del commissario uscente per illustrare quanto fatto durante il suo mandato.
Ma intanto gli amministratori guardano già avanti e snocciolano le priorità a cui Castelli dovrà metter mano. «Il senatore è un collega - dice il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci -, conosce i dettagli e i punti deboli della ricostruzione.
«Conosce bene il territorio»
Della stessa linea Alessandro Gentilucci di Pieve Torina. «Un grande in bocca al lupo a Castelli: una persona che conosce benissimo il nostro territorio e questo fa ben sperare che possa dare una sferzata alla ricostruzione. Il primo punto da mettere all’ordine del giorno riguarda la stabilizzazione del personale e la proroga dei contratti. Di conseguenza bisogna guardare ai cittadini e sbloccare il superbonus: un sistema creato ad hoc dalla struttura per evitare l’accollo nei confronti della popolazione perché il contributo non è sufficiente a ricostruire. Riuscire a risolvere questo problema ci permette di essere operativi nei confronti di una ricostruzione che in questo momento non c’è». Proroga dello stato di emergenza e delle agevolazioni connesse, stanziamento di fondi per la ricostruzione pubblica, completamento dei cantieri avviati soprattutto per l’edilizia scolastica, snellimento delle procedure, stabilizzazione del personale tecnico assunto dai Comuni per le pratiche sisma, sospensione dei mutui, attuazione della zona franca. Queste le richieste del sindaco di San Severino, Rosa Piermattei. «Con Legnini la ricostruzione ha registrato una svolta, ma al nuovo commissario spetta il compito di portarla a termine nel minor tempo possibile. Trascorsi sei anni dalle scosse, le famiglie hanno diritto di poter tornare finalmente a casa e le attività produttive di ripartire definitivamente perché i territori non possono attendere oltre».