A 15 anni ruba i gioielli alla mamma e poi li rivende in un negozio: doppia condanna per ricettazione

Il tribunale di Macerata
Il tribunale di Macerata
di Benedetta Lombo
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Martedì 12 Ottobre 2021, 07:20

MACERATA - A 15 anni ruba i gioielli alla mamma e li rivende in un Compro oro per acquistare un cellulare e accessori per il motorino. A distanza di nove anni dal fatto titolare e dipendente dell’esercizio commerciale sono stati condannati a un anno e quattro mesi di reclusione per ricettazione, assolto un secondo commesso.

 
La vicenda è avvenuta in un comune della provincia nel 2012. In tre giorni, 13, 14 e 15 novembre, il minorenne accompagnato da amici, si era recato in un Compro oro per rivendere gioielli della mamma. Il ragazzino, di Loreto ma originario di un Paese estero, aveva portato anelli da donna, bracciali che di volta in volta aveva preso di nascosto dalla mamma e li aveva portati nell’esercizio commerciale. Secondo la ricostruzione accusatoria, per tutto quell’oro, del valore di circa 6.000 euro, erano stati dati in cambio 970 euro che il minore aveva utilizzato per comprarsi un telefono cellulare e degli accessori per il motorino. Alla fine però il 15enne aveva confessato i fatti alla mamma e insieme si erano recati prima al Compro oro, poi dai carabinieri.

Per questi fatti erano finiti sotto processo con l’accusa di ricettazione, l’allora titolare, una donna che oggi ha 81 anni e due commessi, un 34enne e un 36enne, quest’ultimo all’epoca dei fatti studiava e lavorava. È lui ad esser stato assolto per non aver commesso il fatto.

Secondo l’accusa, sostenuta in aula dal pubblico ministero Rocco Dragonetti, sia la titolare che il commesso a cui sarebbero stati dati i gioielli, non avrebbero chiesto un documento di identità al minore né a chi lo aveva accompagnato, né gli avrebbero chiesto come si fosse procurato quell’oro dal momento che erano tanti gioielli molti dei quali da donna.

Ieri in tribunale si è celebrata la discussione al termine della quale il giudice Vittoria Lupi ha condannato l’81enne e il 34enne a un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa, e al pagamento di 600 euro di multa, così come chiesto dal pubblico ministero Rocco Dragonetti, e ha assolto il 36enne con la formula “per non aver commesso il fatto”. L’avvocato Paolo Giustozzi si è detto soddisfatto per l’assoluzione del 36enne, «è risultato completamente estraneo ai fatti», ma ha preannunciato il ricorso in Appello per la posizione dell’81enne. Il terzo imputato, difeso dall’avvocato Maria Elena Sacchi, potrà valutare l’eventuale appello una volta depositate le motivazioni, tra 90 giorni.

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