Bonus edilizi, l’architetto deve restare in carcere. Il consulente del lavoro torna libero

Bonus edilizi, l’architetto deve restare in carcere. Il consulente del lavoro torna libero
Bonus edilizi, l’architetto deve restare in carcere. Il consulente del lavoro torna libero
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 07:12

MACERATA-  L’architetto resta in carcere, per il consulente del lavoro revocati i domiciliari sostituiti con l’obbligo di firma per tre volte a settimana. È la decisione del giudice per le indagini preliminari Giovanni Maria Manzoni che ieri ha sciolto la riserva per gli ultimi indagati che avevano chiesto la revoca o comunque la modifica della misura cautelare che era stata loro applicata il 7 febbraio scorso.

La vicenda è quella legata all’inchiesta di guardia di finanza e carabinieri denominata “100% plus” su una presunta associazione a delinquere che avrebbe approfittato dei bonus messi a disposizione per il miglioramento sismico (Sismabonus) ed energetico (Ecobonus) degli edifici per presentare fatture gonfiate ottenendo così illecitamente oltre 4,8 milioni di euro (di cui ne era stata monetizzata la metà circa, 2,6 milioni). 

Lunedì il Gip aveva confermato gli arresti domiciliari per Shpresa, Marsida e Alba Mati, rispettivamente madre (59 anni), sorella (29) e moglie (25) del 31enne albanese Marsel Mati ritenuto essere il capo dell’associazione (per il quale i difensori non avevano chiesto la modifica della misura in occasione dell’interrogatorio di garanzia scegliendo di impugnare direttamente l’ordinanza al Tribunale del Riesame, ndr).
Ieri il Gip ha rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dall’avvocato Massimo Di Bonaventura per motivi di salute per l’architetto Pier Lunghi (ristretto al carcere di Lanciano).

In merito alla posizione di Giuseppe Ruiti Spurio, unico ad essersi sottoposto a interrogatorio, il Gip ha invece deciso di revocare i domiciliari e, ritenendo permanenti comunque le esigenze cautelari, ha sostituito la misura con quella dell’obbligo di firma per tre volte a settimana. Il consulente dunque potrà riprendere il proprio lavoro ma per il momento non potrà trattare questioni inerenti ai finanziamenti pubblici. «È chiaro – evidenziano i difensori di Ruiti Spurio, gli avvocati Gianluca Aliscioni e Giulia Valori – che viene fuori la presa d’atto del ruolo totalmente differenziato e defilato del nostro assistito, c’è un apprezzamento da parte del Gip anche del fatto che abbia reso interrogatorio e la resipiscenza mostrata, tuttavia al momento permangono le esigenze cautelari». I legali ora stanno valutando la possibilità di chiedere il dissequestro dei computer.

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