MACERATA - Materie prime i cui prezzi variano da un giorno all’altro, materiali introvabili all’estero, risultano praticamente irreperibili se non a costi insostenibili bitume, acciaio e alluminio, l’impennata continua e improvvisa del costo di gas, carburanti ed energia elettrica. Una situazione che mette in ginocchio le imprese ed il riscontro lo si può notare anche sui cantieri edili del capoluogo che hanno registrato una netta frenata rispetto ai ritmi che ne hanno contraddistinto la seconda parte del 2021 e l’inizio di questo nuovo anno.
L’ultimo dato disponibile di metà marzo sull’occupazione suolo pubblico a Macerata per effettuare lavori edili segna 84 cantieri aperti, di questi 34 sono quelli installati nel centro storico che include anche i corsi Cairoli e Cavour e la zona di San Giuliano.
Ebbene il dato precedente risalente a metà mese di gennaio scorso recitava 82 concessioni rilasciate, di queste 39 nel centro storico. Queste ultime sono diminuite in quanto alcuni cantieri sono stati terminati e quindi hanno liberato gli spazi occupati, ma quello che risalta è come l’incremento dei cantieri aperti negli ultimi due mesi sia stato solo di due nuove unità tra febbraio e marzo. Una frenata causata dall’incertezza creata dalla guerra in Ucraina e dai forti incrementi sui prezzi di materie prime ed energia che stanno portando molte imprese edili a rallentare le lavorazioni se non a sospenderle e soprattutto a non accettare nuovi lavori per i quali magari poi non si possono rispettare i tempi previsti nei contratti da firmare.
In particolare modo quelli legati al Superbonus 110% che prevede entro giugno la presentazione di almeno un Sal (Stato avanzamento lavori) e alla fine del 2022 la consegna dei lavori altrimenti si rischia di perdere il passaggio della cessione del credito. In città l’impennata nell’apertura di nuovi cantieri si è registrata nella parte finale del 2021 quando il numero della richiesta di occupazione suolo pubblico è passata dalle 50 autorizzazione concesse sino a metà ottobre alle 77 di fine dicembre.
Resta il fatto che, nonostante questa flessione di aperture di cantieri nei mesi di febbraio e marzo, la gran mole di interventi crea situazioni un po’ caotiche in città in particolar modo nel centro storico dove gli spazi sono più angusti, sia per il trasloco cui sono soggetti i proprietari degli edifici che devono essere ristrutturati ed anche per quanto riguarda la convivenza dei residenti con questo incremento di cantieri edili. Sotto questo aspetto un ruolo importante lo esercita la polizia locale che è chiamata a un lato a dare le concessioni di occupazione suolo pubblico e dall’altro a tenere in considerazione le esigenze di chi abita nelle aree che sono interessate dai lavori.