Aveva un file pedopornografico nel pc, nigeriano condannato a sei mesi di carcere

Aveva un file pedopornografico nel pc, nigeriano condannato a sei mesi di carcere
Aveva un file pedopornografico nel pc, nigeriano condannato a sei mesi di carcere
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Giovedì 24 Marzo 2022, 09:45

MACERATA  - Sei mesi di reclusione per aver detenuto un file pedopornografico nel suo pc. È la pena stabilita dal giudice Carlo Cimini nei confronti di un 40enne nigeriano (I.D. le sue iniziali), attualmente relegato a Montacuto per altra causa. Lo smartphone dell’uomo era stato sequestrato nell’estate del 2018 nell’ambito di un’inchiesta per droga aperta dalla Squadra Mobile di Ancona.

Gli inquirenti cercavano indizi per rintracciare pusher e fornitori del mercato anconetano, avevano trovato invece un video illecito.

In precedenza, il 40enne – difeso dagli avvocati Antonio Gagliardi e Simone Matraxia – era stato sfiorato dall’indagine per la morte di Pamela Mastropietro e, in particolare, dagli accertamenti svolti dalle forze dell’ordine sul mondo della droga nel contesto maceratese. Va chiarito che l’uomo non è mai entrato nel processo per la morte della giovane romana (uccisa, fatta a pezzi e stipata in due valigie), né è stato mai indagato. Oltre ai procedimenti per spaccio, il 40enne – un tempo residente alle Grazie e con alle spalle una minima permanenza a Macerata - ha dovuto anche fare i conti con la condanna per detenzione di materiale pedopornografico. È stato l’analista forense Luca Russo a trovare, nel corso di un accertamento legato a un’inchiesta anti droga diretta dal pm anconetano Valentina Bavai nel luglio del 2018, il file illecito: un video ritraenti minori in atteggiamenti intimi. Il file era stato rinvenuto nel cellulare Samsung utilizzato dal nigeriano.

La difesa ha sempre respinto le accuse, sostenendo la non paternità del video. Peraltro si sarebbe trattato di un solo file (e non di decine, come di solito presenti nei dispositivi degli imputati finiti alla sbarra per detenzione di materiale pedopornografico), forse scaricato anche in maniera erronea. Fatto è che il giudice di Ancona ha condannato il 40enne a sei mesi di reclusione. Da valutare, dopo la lettura delle motivazioni, il ricorso in appello. 

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