Coronavirus, ferie più corte ad agosto nelle aziende. «Così si rimedia allo stop per il lockdown»

Un'azienda calzaturiera
Un'azienda calzaturiera
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Lunedì 3 Agosto 2020, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 10:31
MACERATA - Recuperare il tempo perso sì, ma a che prezzo? Le ferie di agosto, da sempre, rappresentano, per la maggior parte dei lavoratori, la vacanza vera e propria, quella attesa. Eppure quest’anno il panorama lavorativo è diverso rispetto agli anni precedenti. Il lockdown ha rallentato produzioni e vendite annesse, perciò le ferie saranno un “privilegio”, se così può essere definito, di chi non ha scadenze e lavori urgenti da fare. Mentre altre imprese dovranno accontentarsi di una decina di giorni al massimo, a cavallo di ferragosto.
Lo ha confermato anche Giorgio Menichelli direttore di Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli Piceno e Fermo.

 
«Dato il momento delicato in cui ci troviamo, - ha sottolineato Menichelli – è doveroso fare una premessa: ovvero il tema ferie varia da settore a settore e soprattutto anche tra le aziende dello stesso settore. Ciò detto, a prescindere dalle varie situazioni, la maggioranza delle aziende punta a recuperare ciò che ha perso, lavorando a ritmi serrati. Le consegne sono la priorità, dunque chi ne ha, si limiterà a una settimana di ferie, 10 giorni, necessari, dal momento che la stanchezza si fa sentire. Mentre chi, invece, si trova in una situazione di stallo, e penso prevalentemente al settore moda e calzaturiero, “approfitterà” per mandare i dipendenti in vacanza. L’attesa è per il Micam di Milano, la grande esposizione del settore calzaturiero. Sarà proprio in questa occasione che si potrà vedere dove ci troviamo ma soprattutto il rapporto con gli altri Peasi, quanto il mercato è pronto per ripartire». 
Il settore calzaturiero, uno dei settori produttivi tradizionali e più forti delle Marche, è uno dei più colpiti, come ha affermato anche Matteo Piervincenzi Lepi del Calzaturificio Lepi e presidente sezione Imprenditori calzaturieri Confindustria Macerata. «Non ho avuto modo di confrontarmi con tutti i miei colleghi del settore, - ha proseguito il presidente – quindi non posso offrire un quadro generale completo. Sicuramente, le aziende che non hanno ordini al momento opteranno per mandare in ferie i dipendenti, o direttamente in cassa integrazione; mentre chi, fortunatamente, ha degli ordini da portare a termine per settembre, proseguirà nel lavoro, magari interrompendo solo per pochi giorni. Solitamente, nelle annate precedenti, gli ordini venivano conclusi entro agosto e al massimo qualcuno veniva sistemato per settembre; ad oggi invece, le aziende dovranno consegnare il tutto entro settembre, anche in vista della collezione autunno/inverno». 
Settori quasi costretti, insomma, a fermarsi, ma che non demordono. Insomma, poche ferie, centellinate in base alle necessità e alla mole di lavoro da portare a termine.
Lo stesso Leonardo Virgili della Cna Macerata ha evidenziato un trend analogo. «In tutte le categorie, in alcune più e in altre meno, aleggia una certa stanchezza. I ritmi di lavoro a cui si sono dovute attenere le aziende sono impressionanti e per molti le ferie rappresentano una necessità. Chiaro è, che ci troviamo in una situazione delicata, pertanto le esigenze sono diverse. Il quadro generale della Cna, ad esempio, vede un buon 75% delle aziende intento a chiudere almeno per una decina di giorni a cavallo tra il 14 e il 24; un buon 15% approfitterà semplicemente di un ponte lungo, quindi dal 13 al 17 agosto; mentre i restanti chiuderanno l’8 e ripartiranno il 17 agosto. Ovviamente è solamente un prospetto generico, ogni azienda ha una situazione a sé stante e delle necessità ben precise». 
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