L’annuncio di Scheggia, presidente di Abamc: «Compriamo l’ex Catasto: l’Accademia di Belle Arti avrà la sua nuova sede»

Vando Scheggia
Vando Scheggia
di Giulia Sancricca
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Sabato 26 Marzo 2022, 06:30

MACERATA - L’Accademia di Belle Arti di Macerata avrà una nuova sede: il palazzo dell’ex Catasto di piazza Mazzini. Ha fugato ogni dubbio il presidente di Abamc, Vando Scheggia, sull’ipotesi aleggiata già nei mesi scorsi. Durante il suo intervento per linaugurazione dell’Anno Accademico 2021-2022 ha dato per certo l’accordo con il venditore. 

 
«Oggi mi sento una matricola - ha detto - poiché sono al terzo anno di presidenza ma, per via della pandemia, non ho mai avuto l’onore di presenziare a questa cerimonia. Finalmente posso dire che è inaugurato ufficialmente il nuovo Anno Accademico». Con l’occasione ha anche ricordato che il prossimo sarà quello del cinquantenario dell’Accademia. «È stata fondata nel 1972 da Giorgio Cegna - ha detto - e all’epoca la sede era lo storico palazzo Buonaccorsi. Purtroppo, con il sisma del 1997, gli indirizzi sono stati trasferiti in undici diverse sedi che, nel 2003, sono diventate sei, a cui si aggiunge l’indirizzo di Restauro a Montecassiano. Il mio obiettivo, che è quello ereditato dai miei predecessori, è di restituire i vecchi fasti a chi vive l’Accademia».
In vista della scadenza del suo mandato, previsto a novembre 2022 ma che potrà essere rinnovato per altri tre anni, Scheggia vuole ufficializzare l’atto di acquisto della nuova sede. «Non ci trasferiremo per il cinquantenario dell’Accademia - ha ammesso - , ma mi auguro che la fine del mio mandato sia caratterizzata dall’acquisto formale dello stabile.

L’Accademia merita un immobile di prestigio che possa racchiudere tutti i distaccamenti, anche quello di Montecassiano». 


La struttura conta quasi seimila metri quadrati, ma dopo l’acquisizione dovrà essere sistemata. «L’acquisto - precisa - , da un punto di vista strettamente giuridico, non è stato fatto perchè manca il rogito, ma le trattative che si sono protratte per un anno e mezzo ci hanno permesso di raggiungere un accordo sul prezzo: un milione e 700mila euro. Ora restano gli accordi burocratici di tipo ministeriale perchè, essendo l’Accademia un ente pubblico, dobbiamo giustificare di essere in grado di sostenere la spesa, e che questa sia congrua. Lo abbiamo acquistato a un prezzo assolutamente inferiore al valore di mercato - spiega - , e la cifra richiesta è inferiore a quella che abbiamo a disposizione. Inoltre - aggiunge - abbiamo a disposizione altrettanti fondi per effettuare i lavori. Per rendere operativo l’immobile - prosegue Scheggia - ci vogliono diversi milioni di euro, ma abbiamo intenzione di partecipare a bandi che ci permettano di sistemarlo quanto prima».


In attesa che avvenga il trasferimento nella nuova sede, però, Scheggia ha espresso la necessità di avere dei locali adeguati. «L’Accademia ogni anno si ingrandisce - dice - , Macerata conta un numero di studenti al pari livello delle principali Accademie italiane e, quando si tornerà in presenza, avremo problemi di spazio. Lo abbiamo fatto presente al sindaco Sandro Parcaroli, che è anche presidente della Provincia, e confidiamo di poterci attrezzare per svolgere la normale attività didattica per i nostri studenti». Parcaroli ha garantito il suo sostegno durante l’intervento di ieri mattina alla biblioteca Mozzi Borgetti dove, come da tradizione, è stato anche assegnato il premio Svoboda al talento artistico e creativo di Italo Lupi, che ha ricevuto anche il titolo di Accademico onorario.

A ritirare il riconoscimento il figlio Michele, per via di un infortunio che non ha permesso al padre, uno dei più noti grafici italiani di tutto il mondo, di essere presente a Macerata. «L’attribuzione del premio a Lupi - ha detto il direttore di Abamc, Rossella Ghezzi - è stato rimandato da tre anni e oggi lo vediamo non solo come un riconoscimento al suo talento, ma anche come una sorta di ritorno alla normalità dopo due anni di pandemia». La carriera di Lupi è stata illustrata prima dalla laudatio della docente di Storia dell’arte, Federica Facchini e poi dal figlio stesso che non si è fatto mancare aneddoti sulle spiccate qualità del padre di trasmettere la sua passione ai giovani studenti.

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