MACERATA - Un malore improvviso mentre si trovava nella sua abitazione del capoluogo, si è spento così l’altro ieri nel pomeriggio Douglas Medori, maceratese di 74 anni. A trovare il corpo del padre è stato il figlio Alessio, ma, purtroppo, non c’è stato nulla da fare per i soccorritori se non certificare l’avvenuto decesso. Medori lascia il figlio Alessio e i fratelli Loretta e William. Oggi l'addio.
Il rito funebre si svolgerà oggi, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di Santa Madre di Dio in via Barilatti. L’altra sera la vetrina liberty del suo negozio di oreficeria nella centralissima piazza Cesare Battisti non si è accesa, la porta non si è aperta. Un fatto insolito, Douglas era sempre in negozio, in qualunque situazione. Non lo aveva scalfito nemmeno l’ordinanza di sgombero post-terremoto, non aveva voluto saperne di uscirne e alla fine l’aveva pure spuntata lui. «Senti - diceva - lo vedi come è fatto il negozio? Ammesso che possa crollare il palazzo, e non crolla, io dentro il negozio con quel solaio sono in un bunker. Nemmeno se bombardano, crolla e questi firmano un’ordinanza di sgombero?».
Si fa presto a dire che Douglas Medori è stato un commerciante storico, anche in questo caso non c’era tanto da discutere: anzitutto già l’insegna del negozio lo evidenzia, “gioielleria dal 1850”.
L’altra sera si è chiuso un passaggio, quello di Douglas che pure ha segnato un pezzo di storia del commercio in città, un percorso fatto anche di tanti ricordi e aneddoti. Se passavi davanti al suo negozio, sapevi anche che avresti incrociato il suo sguardo, il suo saluto, sentito le sue battute ironiche specie se era in relax seduto a un tavolino del bar di fronte al suo negozio. «Senti, ma… » e via con le sue considerazioni, qualche volta amare, più spesso ironiche su quello che lo circondava.
«A nome di tutta l’amministrazione - dice il sindaco Sandro Parcaroli - esprimo la più profonda vicinanza alla famiglia di Douglas Medori per la sua scomparsa. Storico commerciante del centro storico, ha dedicato la propria vita al lavoro e a Macerata combattendo prima contro il terremoto e ora contro la crisi economica causata dalla pandemia. Ci stringiamo con affetto intorno a tutte le persone che gli erano care».