Superlavoro tra normale attività, vaccini, tamponi e cura dei contagiati. Il grido d’allarme dei medici di base: «Siamo stremati»

Superlavoro tra normale attività, vaccini, tamponi e cura dei contagiati. Il grido d allarme dei medici di base: «Siamo stremati»
Superlavoro tra normale attività, vaccini, tamponi e cura dei contagiati. Il grido d’allarme dei medici di base: «Siamo stremati»
di Mauro Giustozzi
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Giovedì 13 Gennaio 2022, 07:30

MACERATA -  Vaccinazioni di prime e terze dosi, richieste di esenzione vere o fasulle, prenotazione dei tamponi. E poi la quotidiana attività ambulatoriale e di visita a casa dei pazienti. Medici di base sotto pressione, molti dei quali lavorano più delle ore previste. Una situazione già limite che rischia di mandare in tilt tutta la medicina territoriale maceratese. 

 
«La situazione è tragica tra vaccinazioni e tamponi – dice la dottoressa Ilaria Rossiello, medico di base a Montecosaro -, adesso non si arriva più.

Le richieste di fare le prime dosi di vaccino sono altissime con un carico organizzativo pesante che per fortuna mi smaltisce la segretaria, altrimenti non ce la farei proprio. I tamponi prima venivano indicati per soggetti sintomatici o a rischio: con la nuova norma viene indicato alla cittadinanza di recarsi da noi a vaccinarsi con il fatto che possono giungere anche persone positive che poi vanno ad infettare altri pazienti». Ilaria Rossiello ha preso una posizione netta in merito alle richieste di esenzione dal vaccino di alcuni suoi assistiti.

«Penso che dopo le recenti vicende giudiziarie sia d’obbligo per noi sanitari avere posizioni chiare e ferme – sottolinea il medico -. Per quanto riguarda le esenzioni finora ne ho rilasciate 3, di cui una temporanea, poi la persona si è vaccinata e due per choc anafilattici. C’erano delle solide motivazioni per non fare il vaccino. Le richieste sono state a decine ma ho preso in considerazione solo queste tre. Molti sono coloro che cercano strade alternative pur di non vaccinarsi ma la mia risposta è sempre ferma, seppur pronta ad un approfondimento scientifico se mi viene richiesto dal paziente».

Anche Romano Mari, medico di base nonché presidente dell’Ordine provinciale, sta riprendendo ad effettuare le vaccinazioni in questi giorni. «Ci sono richieste di prime dosi ma quella maggiore riguarda il booster – sottolinea Mari - visto che al centro vaccinale ci sono delle difficoltà a farla. Molti sono coloro che hanno il Green pass in scadenza e vogliono vaccinarsi e cerchiamo di venire incontro alle esigenze. Io stesso sto ricominciando a vaccinare, lo farò sabato mattino con le terze dosi e le seconde per chi ha avuto il Covid, circa 35 pazienti coinvolti. Per quello che riguarda invece le richieste di esenzione dalla vaccinazione finora mi è capitato soprattutto nel finire dello scorso anno ma non ho mai rilasciato alcuna esenzione: qualora ci sia sospetto di un paziente allergico con difficoltà di fare la vaccinazione invio il paziente al centro di Civitanova per la valutazione. Resta la gran mole di lavoro cui noi medici di base siamo sottoposti da lungo tempo: se non avessi la segretaria che si occupa della parte burocratica sarebbe impossibile farlo».

Sulla stessa linea anche il medico civitanovese, ed ex sindaco, Tommaso Corvatta. «C’è un’esplosione di richiesta di vaccinazioni – dice - cui faccio davvero fatica a star dietro e non sono riuscito a coprire i miei pazienti, alcuni dei quali sono andati al centro vaccinale. Oggi, forse, siamo giunti al plateau della richiesta vaccinale. Qualche richiesta di esenzione l’ho avuta, ma non a livello ideologico bensì per paura di vaccinarsi. Tutti i medici del territorio sono costretti a sobbarcarsi anche buona parte del lavoro del servizio di prevenzione che ha alzato bandiera bianca e non è più in grado non solo di seguire le quarantene, non prenotano il tampone di controllo alle persone infettate e quindi ci dobbiamo pensare noi. Stiamo facendo l’attività medica normale, abbiamo finito da poco la vaccinazione antinfluenzale e facciamo quella anticovid, prenotiamo i tamponi e curiamo i contagiati: ma fino a quando?». 

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