La coinquilina dopo il volo choc della bimba: «Erano nell’altra stanza e le ho sentite piangere»

Le forze dell'ordine sul luogo del dramma
Le forze dell'ordine sul luogo del dramma
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Martedì 3 Maggio 2022, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 00:51

MACERATA - «Le ho sentite piangere entrambe, erano nell’altra stanza. Poi la bambina è precipitata e mio marito è sceso in strada. Io sono rimasta qui in casa con i miei due bambini». La coinquilina della 40enne che domenica scorsa ha tentato di uccidere la figlia di quattro anni, in quei tragici momenti era anche lei nell’appartamento, nella stanza accanto e da lì con i suoi due piccoli ha sentito le grida strazianti della bambina e della madre.

I due nuclei familiari, entrambi di origine indiana, condividono la stessa abitazione e anche domenica erano in casa. Nel primo pomeriggio di ieri invece, nell’appartamento c’era solo l’amica della fermata con i suoi due bambini. In Italia da circa sei anni, la giovane mamma ha aperto la porta e tenendo in braccio il figlio più piccolo ha raccontato i momenti terribili di domenica. 

«Ho sentito piangere entrambe.

Dopo la madre della piccola ha aperto la porta ed è scesa sotto, all’ingresso, era ferita ai polsi. Mio marito è sceso anche lui, io sono rimasta qui con i bambini». Alla domanda se in passato ci fossero state avvisaglie o più in generale problemi, la giovane mamma ha spiegato: «Loro erano in Italia da 12 anni, lei era tranquilla, le piaceva la bambina, non lo so come abbia potuto fare una cosa del genere. Il marito doveva tornare in India con la figlia, aveva prenotato i biglietti per l’8 maggio, penso che lei fosse preoccupata per questo». I biglietti infatti erano solo per padre e figlia, la mamma invece sarebbe rimasta a Macerata, perché lavora come badante.

Nel palazzo al civico 1 di via Ugo Foscolo (ma la caduta della piccola è avvenuta sul lato che dà su via Dante Alighieri), c’è anche lo studio legale degli avvocati Massimiliano Fraticelli e Francesco Gradozzi. «Domenica scorsa – ha ricordato Fraticelli - sono venuto in studio circa un quarto d’ora dopo il drammatico fatto. Dovevo lavorare e ho visto carabinieri, polizia e i vigili del fuoco. Per quello che ne so la famiglia di indiani viveva in quell’appartamento da tempo: persone tranquillissime, educate, non avrei mai pensato potesse accadere un simile dramma».

Nello stesso stabile vive Giuseppe Ferrari, anche lui avvocato: «Domenica – ha ricordato – ero a casa, stavo guardando la partita in televisione e non mi sono accorto di niente. È stata mia moglie ad avvisarmi che sotto casa c’erano le forze di polizia, i vigili del fuoco e l’ambulanza. Mi hanno poi raccontato che la mamma della bambina era uscita per le scale urlando e sanguinante, ma io non l’ho vista. La notizia che la piccola sta recuperando ci ha resi tutti più sereni. Negli anni nell’abitazione si sono avvicendate diverse famiglie, credo tutte di origine indiana. Le ho incrociate raramente nel palazzo, ma per quello che ho potuto vedere sono persone di grande educazione, molto attente e con atteggiamenti premurosi nei confronti dei bambini».
 

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