MACERATA - Spaccio di droga, incremento dei procedimenti penali, necessità di rafforzare l’organico della Procura, la sofferenza di spazi nel Tribunale e l’invito a riflettere con ragionevolezza su ciò che sta accadendo a Macerata. C’è tutto questo nella considerazione fatta ieri dal procuratore capo Giovanni Giorgio. Una valutazione che ha preso le mosse dal capoluogo dove, per usare un’espressione del magistrato, le forze dell’ordine sono impegnate nel contrasto di un «miniesercito di spacciatori multirazziale».
«Non mi sembra - ha però puntualizzato - che la città possa ritenersi la sentina d’Italia, come purtroppo l’opinione pubblica non maceratese potrebbe ritenere alla luce dei continui servizi televisivi che vanno in onda. Viviamo un periodo in cui sembra verificarsi quello che sostiene il giovane filosofo Gunnar Hindrichs: “viviamo in tempi di sentimenti estremi, divisi su tutto e uniti solo dalla paura e dalla rabbia verso gli altri”». Il procuratore ha parlato dello spaccio come di un fenomeno risalente nel tempo, sottolineando che «non ci sono spacciatori se non ci sono persone che acquistano sostanze stupefacenti e qui a Macerata ce n’è in abbondanza di chi acquista droga e sono tutti in prevalenza italiani». Su tutti due episodi registrati da un operatore di polizia che, effettuando controlli fuori da una discoteca, poco tempo fa aveva trovato diversi ragazzi positivi alla cocaina. Alla richiesta di una spiegazione sul consumo della droga, un ragazzo avrebbe riferito che l’aveva portato un amico per festeggiare in questo modo il compleanno con gli amici, mentre un altro, giocatore in una squadra di calcio dilettantistica, aveva detto che la squadra aveva deciso di festeggiare un’importante vittoria consumando tutti insieme cocaina. «Non si tratta di giovani oppressi da spacciatori cinici - ha puntualizzato -, ma di giovani che fanno scelte di vita molto discutibili».
Macerata, cocaina party per la vittoria
della squadra di calcio e compleanno
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Venerdì 9 Marzo 2018, 11:01
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