MACERATA - La provincia di Macerata al primo posto in Italia nella classifica della sostenibilità ambientale. A dirlo è la seconda edizione del Rapporto Italia Sostenibile di Cerved. Lo studio riporta infatti la posizione dell’Italia che, su 29 nazioni europee analizzate da Cerved, occupa la quindicesima posizione ed è al di sotto della medi,a soprattutto a causa delle cattive performance economiche e sociali, mentre vanta un buon livello di sostenibilità ambientale.
Ma se nell’analisi sulla sostenibilità economica si percepisce il netto divario tra il Nord e il Sud della penisola, in quella ambientale è proprio la provincia di Macerata a invertire il trend, guadagnando la prima posizione, pure davanti alle nordiche Bergamo e Monza Brianza.
La ricerca infatti tiene conto anche del numero degli addetti impiegati in unità produttive a rischio di alluvioni, frane e terremoti. Questo significa che, pur nel dramma del sisma, la provincia di Macerata è riuscita a dare una risposta concreta ai fattori di rischio. Al punteggio ottenuto su questo aspetto si aggiungono i valori di concentrazione e superamento delle soglie limite di Pm10, No2 e O3; ma anche la densità di stazioni di monitoraggio dell’aria e dell’acqua; il consumo della risorsa e le eventuali perdite durante l’erogazione. A testimoniare l’attenzione del Maceratese a questi ultimi aspetti sono gli stessi valori dell’emergenza idrica dell’estate appena trascorsa: sebbene non siano mancate le difficoltà anche in questo territorio, non si è mai arrivati a gravi livelli di allerta. Ma la provincia risulta virtuosa pure sul fronte del consumo pro capite di gas metano e di energia elettrica; sulla mobilità e la qualità del parco auto; la presenza di servizi sharing mobility e l’utilizzo del trasporto pubblico; l’energia da fonti rinnovabili, la densità e la potenza di impianti fotovoltaici, idroelettrici ed eolici. Hanno contribuito pure il numero di residenti serviti da teleriscaldamento e la densità di colonnine di ricarica per le auto elettriche.
La provincia non è nuova nemmeno a grandi risultati per la raccolta differenziata. Anzi, sotto questo aspetto sono stati spesso proprio i paesi più piccoli a dimostrare maggiore attenzione, classificandosi come Comuni ricicloni. E questo non è passato inosservato all’analisi del Cerved che ha tenuto conto della quota di famiglie raggiunte dalla raccolta porta a porta e della quota di raccolta differenziata.