Casa in legno per conoscere le api, ci sono otto arnie collegate alle pareti

Casa in legno per conoscere le api, ci sono otto arnie collegate alle pareti
Casa in legno per conoscere le api, ci sono otto arnie collegate alle pareti
di Giulia Sancricca
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Lunedì 5 Giugno 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 21:21

MACERATA - Sono le regine della natura. E il fascino che le contraddistingue - come ogni sovrano che si rispetti - accentua la curiosità dell’uomo di conoscerle da vicino. Ma il timore di beccarsi una puntura spesso prevale. E allora ci si limita ad assaporarne il nettare che producono. Le api però, non sono solo coloro che producono miele, ma hanno altre proprietà benefiche sia per l’ecosistema che per gli esseri umani. Una soluzione su come esplorare da vicino il loro mondo l’ha portata a Macerata - dopo averla scoperta confrontandosi con altri apicoltori come lui - il maceratese Marco Bajocco, titolare dell’agriturismo Moretti. 


È una casa in legno a pochi passi dalla sua struttura ricettiva: è grande cinque metri per due ed è collegata a ben otto arnie.

Una volta dentro si viene avvolti dal loro ronzio e dall’inconfondibile profumo dell’alveare. Si entra in contatto con un mondo parallelo dove il lavoro per la produzione del miele è la priorità e al contempo si può godere dei benefici che quel mondo porta con sé.

«Ho scoperto queste casette a una fiera di settore - dice Bajocco che lavora da oltre trent’anni come apicoltore -. L’idea arriva da un collega di Bassano del Grappa che si dedica all’apiterapia. Si parla molto di questa tecnica, anche nel Nord Europa, dove queste casette vengono utilizzate pure per corsi di yoga. Nel nostro caso, invece, si tratta di un apeario integrato: si entra nella casetta e si interagisce con le api». Tante le tecniche nate negli anni per godere appieno dei benefici degli alveari. «In Slovenia fanno una sorta di aerosol con una mascherina che però fa entrare l’anidride carbonica del respiro nell’arnia e a mio avviso non è un bene per le api. Nel caso della mia struttura, invece, le api non hanno conseguenze. Le api covivono all’interno divise da una semplice rete in fibra di vetro e questa permette di sentirle e di respirare l’odore dell’alveare».

Bajocco ha provato anche l’esperienza di riposare all’interno della casetta: «È rigenerante. Capita che anche alcuni clienti ce la chiedano». Una struttura che favorisce la conoscenza delle api anche tra gli studenti. «Grazie a due finestroni - dice Bajocco - io posso stare all’esterno e comunicare con i visitatori grazie a un auricolare. In questo modo mostro loro le api senza particolari pericoli». L’apicoltore maceratese si sofferma poi su uno dei temi che negli ultimi tempi, soprattutto per il maltempo, fa sempre più discutere: quello del rischio di non ottenere il miele. «Si parla molto di cambiamento climatico - dice -, ma ho visto annate di tutti i tipi: nel ‘96, in una estate piovosissima, siamo riusciti a fare una media di più di 60 chili di miele ad arnia. Lo scorso anno ne abbiamo fatti 15 chili ad arnia e credo che ora sarebbe un successo raggiungere lo stesso risultato. Difficilmente potremo godere del miele. Le cause? Io non credo che sia solo legato al clima, a mio avviso i problemi sono altri, come ad esempio l’inquinamento atmosferico ed elettromagnetico».

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