Macerata, l'allarme dei Comuni per le quote delle case di riposo. I sindaci: «Cinque euro in più? Non sono sufficienti»

L'allarme dei Comuni per le quote delle case di riposo, i sindaci: «Cinque euro in più? Non sono sufficienti»
L'allarme dei Comuni per le quote delle case di riposo, i sindaci: «Cinque euro in più? Non sono sufficienti»
di Giulia Sancricca
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Mercoledì 31 Maggio 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 15:12
MACERATA «La montagna ha partorito il topolino». Si può riassumere così, con la sintesi del sindaco di Treia Franco Capponi, la critica dei sindaci dell’Ambito territoriale sociale 15 che attendono risposte e soluzioni da parte della Regione su due temi fondamentali che riguardano la gestione delle case di riposo. L’aumento della quota che la Regione eroga ai Comuni per la retta quotidiana di ogni ospite e la convenzione per il cento per cento dei posti letto. Due temi portati all’attenzione dell’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, mesi fa ma per i quali - a detta dei sindaci - è stato fatto ben poco. Ma andiamo per ordine.  



A oggi la compartecipazione della Regione alla retta quotidiana per ogni ospite è di 33,51 euro, cifra che secondo gli amministratori locali andrebbe adeguata in linea con la media nazionale che, in alcuni casi, arriva a 60 euro. L’Ats 15, poi, diversamente da altri Ambiti regionali, può contare solo su un accreditamento pari all’80 per cento dei posti totali. Questo significa che su 100 posti letto solo 80 godono della compartecipazione alle spese da parte della Regione, mentre 20 sono interamente a carico del Comune. Allora i sindaci, che attendono risposte da mesi, ora sbottano. 

La compartecipazione
 

«Si parla di un possibile aumento della compartecipazione di cinque euro - dice Capponi - ma è la cifra è talmente bassa che sembra una mancia elettorale. I costi sono aumentati in modo esponenziale». Poi il problema dell’accreditamento. «Basta alla disparità tra ambiti regionali. Sono due problemi che oggi cominciano a diventare gravissimi per la nostra comunità e che sono dovuti per gran parte dall’assenza di sensibilità della Regione nel rafforzare l’offerta delle residenze protette. Su circa 350 posti letto disponibili nel nostro Ambito, sono 600 le persone che hanno chiesto di entrare in una residenza protetta.

Non abbiamo neanche un posto ogni tre. Questo porta anche a una occupazione impropria delle strutture ospedaliere dove spesso vengono ricoverati anziani che invece potrebbero essere ospiti delle case di riposo». Allora la richiesta anche al presidente della Provincia Sandro Parcaroli. «Gli abbiamo chiesto un incontro per poterci esprimere sul piano sanitario, speriamo che si dia da fare». Gli fa eco Leonardo Catena di Montecassiano. «La cifra prospettata non ci aiuta minimamente. È arrivato il momento di risolvere questa situazione. Per i nostri bilanci è un peso enorme e i Comuni dovrebbero pensare alla parte sociale, non sanitaria. Così rischiamo di non tenere più aperte le strutture, oltre al fatto che è impensabile implementare i servizi. Sono queste le politiche per i nostri anziani? in altre regioni ci sono compartecipazioni che arrivano a 60 euro. Noi, con l’aumento prospettato, se va bene arriviamo a 38».

I sindaci
 

Senza un sostegno maggiore è difficile andare avanti anche secondo il primo cittadino di Urbisaglia, Paolo Francesco Giubileo. «Cinque euro non sono sufficienti: almeno venga affiancata, a questa misura, anche la convenzione al cento per cento. Non c’è omogeneità nemmeno a livello regionale. Più passa il tempo e più la gestione ricade sul Comune. Così o aumentiamo i costi a scapito delle famiglie o chiudiamo. Per non parlare delle dimensioni delle strutture: forse quelle con 80 ospiti riescono a resistere, ma per quelle più piccole è impensabile». Dal canto suo, Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata e presidente della Provincia, vuole invece rassicurare i suoi colleghi. «Con la Regione c’è un dialogo continuo in merito al mantenimento di livelli accettabili delle rette delle case di riposo e abbiamo avuto garanzie su un prossimo investimento importante che conferma l’aumento dei cinque euro a ospite per giorno. Si sta lavorando su più fronti per incrementare le risorse in raccordo con le normative nazionali e a garanzia di un servizio fondamentale per la comunità».

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