Inaugurata Casa Bethlem: pasti caldi, letti e un aiuto per chi si trova in difficoltà

Inaugurata Casa Bethlem: pasti caldi, letti e un aiuto per chi si trova in difficoltà
Inaugurata Casa Bethlem: pasti caldi, letti e un aiuto per chi si trova in difficoltà
di Mauro Giustozzi
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Giovedì 30 Marzo 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 14:09

MACERATA  - Adulti fragili, donne o uomini che hanno subito violenza, mamme con bambini, persone che hanno perso il lavoro o la casa, pensionati che non arrivano a fine mese. Gli ultimi, i più fragili e disperati hanno ora un nuovo punto di riferimento nella Casa di Bethlem, una mano tesa, un punto di ascolto, un luogo dove ottenere un pasto caldo e un letto per la notte. La nuova struttura di pronta accoglienza, nel centro storico è ubicata in via Gioberti 6, alle spalle del Duomo San Giuliano. 

 

Il palazzo restaurato e riallestito è stato inaugurato alla presenza del vescovo Nazzareno Marconi che ha accolto il prefetto Flavio Ferdani, il sindaco Sandro Parcaroli, l’assessore alle Politiche sociali Francesca D’Alessandro, tutti i vertici delle forze dell’ordine, la presidente della Fondazione Carima Maria Rosaria Del Balzo Ruiti, che ha dato in comodato d’uso gratuito l’edificio di proprietà, Sergio Fattorillo in rappresentanza dell’Ordine dei medici della provincia, il presidente dell’Associazione medici cattolici italiani Andrea Corsalini, Daniela Corsi dell’Ast Macerata e naturalmente i vertici della Caritas diocesana, col direttore Denis Marini e il segretario Andrea Marinozzi. 

«Trattare le persone da persone e non da numeri - ha detto il vescovo Marconi - vuol dire cercare di dare a chi arriva qui il meglio di quello che si può con semplicità, essenzialità, senza sprechi.

Ma la dignità e la cura di un luogo che deve essere bello per noi è importante, uno spazio in cui sentirsi tutti, ogni giorno, accolti e fratelli». Casa di Bethlem si è insediata nel Palazzo Squarcia, un edificio strutturato con un piano sotto strada dove ci sono due saloni dedicati alla cucina (anche se i pasti arrivano dalla Domus), sala pranzo, biblioteca con sala tv, mentre al piano terra si trova l’ufficio accoglienza rivolto a chi sta attraversando un momento di particolare difficoltà economica, lavorativa, familiare o di solitudine ed anche tre camere che sono pronte ad ospitare situazioni di disagio segnalate all’interno del piano Prins messo in atto dal Comune.

Al primo piano c’è un reparto con camere destinato agli uomini ed alle famiglie con figli mentre al secondo piano trovano spazio donne, mamme con figli alcune delle quali provenienti dall’Ucraina. Infine il terzo piano di Palazzo Squarcia è in via di sistemazione. In totale sono 22 le camere disponibili per un potenziale di occupazione di 36 persone: gli ospiti attualmente sono 22. «Un grazie ai tanti che hanno collaborato per arrivare a questo risultato, in particolare alla Fondazione Carima - ha esordito il sindaco Parcaroli -, perché in questo palazzo le parole accoglienza, ascolto, vicinanza, servizio, sono fondamentali. Il Comune non può che essere al fianco della Casa di Bethlem e di chi è in difficoltà».

Fondamentale il contributo della Fondazione Carima che ha messo a disposizione gratuitamente Palazzo Squarcia di sua proprietà. «Sono davvero molto emozionata -ha ribadito la presidente Rosaria De Balzo Ruiti- perché è un’iniziativa che mi coinvolge a tutto tondo. Questo palazzo è stato sempre un luogo di accoglienza, in precedenza utilizzato da studenti e docenti dell’università di Macerata. Poi è giunta questa proposta da parte del vescovo e non abbiamo esitato neppure un attimo perché avere un luogo in città di riferimento per le persone che vivono condizioni di disagio e difficoltà è fondamentale, ancor più in questo periodo. E’ un segnale ulteriore di vicinanza della Fondazione al territorio».

È operativo un punto di orientamento e accompagnamento sanitario per chi ha difficoltà a interagire con le strutture, aiutando a richiedere un visita specialistica, a prenotare esami clinici e diagnostici o per ricevere una terapia assicurata da medici volontari dell’Associazione medici cattolici italiani. «Siamo partiti da una mappatura degli stati di povertà esistenti anche in considerazione di quanto accaduto negli ultimi anni segnati prima dal covid e poi dalla guerra - ha affermato il direttore Caritas Denis Marini - e ci siamo resi conto che sono aumentati del 52% gli stati di povertà attraverso incontri e ascolti fatti in Caritas. A quel punto sono andato dal nostro vescovo e nel giro di 40 minuti abbiamo preso la decisione di far partire questo progetto perché era urgente farlo. Caritas che affianca questo ultimo progetto con tanti altri legati all’accoglienza, al punto che ospitiamo nelle strutture del territorio attualmente 162 persone». 

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