MACERATA - Fa discutere la possibilità di impiegare i detenuti per lavorare nei cantieri della ricostruzione pubblica e delle chiese delle zone terremotate. Alcuni sindaci dell’entroterra pongono alcune questioni da considerare prima di dare il via concreto al progetto, formalizzato qualche giorno fa con un accordo tra ministero della giustizia, struttura commissariale, Cei, Ance ed Anci.
«È un provvedimento di buon senso, prevedere azioni di rieducazione per chi ha sbagliato nella vita - spiega Mauro Falcucci sindaco di Castelsantangelo sul Nera - immagino che ci sarà una selezione in base alla tipologia di detenuti, ma per esprimermi nel merito attendo di conoscere i dettagli.
Il sindaco Baroni: serve potenziamento delle forze dell'ordine
Secondo il sindaco di Muccia Mario Baroni serve un potenziamento dell’organico delle forze dell’ordine: «Ben venga l’impiego di persone detenute nei cantieri di ricostruzione pubblica. Come ogni cosa bisogna valutare come viene realmente organizzata e gestita, dipende da quale tipo di persone si scelgono per questa mansione e l’impatto che avranno sul nostro territorio. Servono garanzie che non ci siano problematiche relative alla sicurezza o all’ordine pubblico: non vorremmo che questa scelta possa creare ulteriore allarme sociale tra i cittadini. Le forze dell’ordine sono davvero ridotte all’osso nella caserma di Serravalle di Chienti che ha competenza sul nostro territorio, come fanno ad effettuare i controlli necessari? Al di là del progetto è necessario per tutto il processo pluriennale della ricostruzione un potenziamento della dotazione organica delle forze dell’ordine».