Burocrazia e campanili, sulla nuova discarica accordo sempre più lontano. E il tempo stringe

La discarica di San Faustino
La discarica di San Faustino
di Luca Patrassi
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Sabato 29 Maggio 2021, 07:25

MACERATA  - Burocrazia e campanili: un mix micidiale, specie quando si affronta la questione dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani e l’individuazione di una nuova discarica provinciale. Una riunione dopo l’altra, mesi e mesi di attesa, schermaglie burocratiche e ricorsi in serie al Tar al solo annuncio dell’ipotetica scelta di un qualche sito in giro per la provincia maceratese. 

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I burocrati dell’Ambito territoriale ambientale ed i tecnici incaricati sono in azione per - prima o poi - arrivare alla scelta di un numero accettabili di siti reputati idonei per ospitare una discarica e portarli all’attenzione dell’organismo decisionale, l’assemblea dei sindaci. Ma, ovviamente, non si trova il modo e la maniera di ridurre il numero dei siti presi in esame, una ottantina, per stringere il campo ed avviare una discussione seria sui vantaggi e gli svantaggi di una singola scelta.

A conferma del fatto che nessuno sembra seriamente voler chiudere la questione con l’indicazione del sito idoneo per ospitare una nuova discarica, anche la riunione convocata per l’altro giorno dal presidente della Provincia Antonio Pettinari si è risolta in un colossale fiasco, cosa che era nelle aspettative, al punto che molti sindaci nemmeno si sono presentati. I mesi passano e si avvicina pericolosamente il limite dell’abbancamento di rifiuti per la discarica di Cingoli. I tecnici dell’Ata non riducono il numero dei siti da valutare, i Comuni non presentano i rilievi rispetto agli ottanta siti finora tirati in ballo e per qualche mese ci si è trastullati nella speranza che la Regione risolvesse la questione presentando il nuovo piano regionale. 

L’assessore regionale Stefano Aguzzi è intervenuto in una delle sedute fiume finora convocate in Provincia ed ha detto a chiare note che la questione va risolta in ambito maceratese, il nuovo piano sanitario regionale non è alle porte quanto ad esecutività.

Aguzzi ha spiegato quali saranno le idee guida dell’Ente per arrivare all’appuntamento del 2035 in linea con l’obiettivo del 10% dei rifiuti da portare in discarica, ma appunto non si tratta di decisioni dietro l’angolo. Fuoco di sbarramento sulla nuova discarica, nessun Comune si è detto disponibile ad ospitare il sito sul proprio territorio ed anzi sono già in moto comitati e controcomitati con relativi avvocati ed annunci di ricorso al Tar.

Non si parla più, almeno non apertamente, della possibilità di portare i rifiuti maceratesi a Fermo. Difficile capire quali siano le motivazioni, se si tratti di tattiche per non farsi bruciare la pista, se Fermo non è disponibile o ancora se i costi sono eccessivi. No alla nuova discarica, silenzio su Fermo, l’ultima pista aperta è quella di continuare ad utilizzare il sito di Cingoli anche se il primo cittadino Michele Vittori dice che non ne vuole sentire parlare. 


In realtà l’ipotesi di Cingoli è quella più accreditata: il sito può essere ampliato e può ospitare rifiuti per breve tempo anche senza un’altra vasca ma semplicemente con alcuni accorgimenti tecnici. L’impressione è che si voglia trattare sull’indennizzo da dare al Comune di Cingoli. Insomma, partita ancora aperta. Dice il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, partendo dalle risultanze (negative) dell’incontro dell’altro giorno: «C’è stato un nuovo incontro in Provincia e non si è ancora arrivati a una soluzione. Al momento ci sono alcune aree individuate dalla società incaricata dalla Provincia e da qui dovremo andare avanti per trovare i siti opportuni e realizzare la discarica. Non abbiamo molto tempo perché quella di Cingoli sta esaurendo le sue potenzialità. Se la discarica si dovrà fare, spero che sia in Provincia dato che la soluzione di raccogliere i rifiuti fuori dal territorio provinciale impatta anche sul discorso economico e aumenterà il costo per i cittadini». 


In tema di rifiuti va considerato che è fissata per la fine di giugno l’assemblea dei soci del Cosmari che dovrà eleggere il nuovo Consiglio di amministrazione, passaggio non secondario trattandosi del consorzio che dovrà poi occuparsi della gestione dei servizi collegati alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti prodotto nei territori del Comuni consorziati.

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