MACERATA - Brucia i vestiti della moglie nel salone di casa e poi li butta in giardino. La figlia chiama carabinieri e vigili del fuoco. È solo una delle condotte contestate a un pensionato di 66 anni accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale nei confronti della ormai ex moglie.
I fatti denunciati dalla donna, una farmacista di un comune della provincia, sarebbero avvenuti nel corso degli anni e ieri sono finiti all’attenzione dei giudici del collegio presieduto da Andrea Belli e del pm Stefania Ciccioli.
Secondo l’accusa (il fascicolo è del sostituto procuratore Rita Barbieri) in 21 anni, dal 2.000 a febbraio di quest’anno, l’uomo si sarebbe reso responsabile di una serie di condotte violente nei confronti della donna, già da quando era incinta. Nel tempo l’avrebbe aggredita fisicamente, danneggiato oggetti, l’avrebbe umiliata sottoponendola a disagi continui fino a spingerla a dormire nel posto di lavoro. Negli ultimi anni le violenze si sarebbero fatte più frequenti e, da quanto denunciato dalla ex moglie, a partire da aprile dello scorso anno fino a febbraio scorso, il 66enne in più occasioni avrebbe afferrato la moglie per i capelli e l’avrebbe trascinata in camera da letto e poi costretta ad avere rapporti sessuali.
Ieri si è aperto il processo a carico dell’uomo. «Sono contestazioni risalenti nel tempo – ha dichiarato l’avvocato Federico Valori che difende l’imputato col collega Andrea Speciale di Ancona - questo complica il nostro compito. Tuttavia siamo tranquilli, affronteremo il dibattimento consapevoli che non è colpevole dei fatti che gli vengono imputati». La donna è parte civile il legale Walter Mercuri.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout