MACERATA - Appello alla premier Giorgia Meloni e alla politica internazionale per «i bambini ucraini deportati nei territori al momento occupati dalla Russia». Circa 70 persone - famiglie per la maggior parte ucraine ma anche italiane - ieri hanno scalato il Monte San Vicino - nella zona al confine tra le province di Macerata e Ancona -, chiamate a raccolta dall’associazione “Uniti per l’Ucraina”. L’obiettivo, appunto, è quello di tenere accesi i riflettori sulla questione umanitaria per la quale viene chiesto ai governi di tutto il mondo di intervenire.
Una volta raggiunta la vetta, a 1.480 metri, i partecipanti alla scalata hanno issato per qualche minuto una bandiera di 15 metri. Chiaro il messaggio che hanno messo anche nero su bianco in una missiva che verrà indirizzata alla premier Meloni: «Vogliamo attirare l’attenzione dei politici, non solo d’Italia, ma di tutto il mondo, sui 19mila bambini deportati in Russia - dice il presidente dell’associazione Andriy Podolskyy -. Di questi, solo circa 360 sono stati recuperati finora, grazie all’impegno dell’ombudsman dei diritti umani ucraini e la Fondazione Save the Ukraine. Molti dei bambini deportati, infatti, sono stati adottati alle famiglie russe che hanno cambiato la registrazione dei piccoli. Riescono a cambiare loro nomi e date di nascita. Nelle regioni occupate dalle truppe russe si stima la presenza di 200mila bambini. Più semplice recuperare i bambini tra i 10 e i 12 anni che possono testimoniare di essere stati presi dalle famiglie ucraine, mentre per i neonati e più piccoli è difficilissimo intervenire». Allora ecco che le famiglie ucraine, sostenute dai soci italiani dell’associazione, ieri hanno lanciato un appello alla politica mondiale affinché si possa intervenire.
«Abbiamo redatto una lettera per Giorgia Meloni che è stata sottoscritta dai partecipanti alla scalata.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout