MACERATA - Garanzia di accesso ai servizi sanitari e presa in carico della persona. Innovazione tecnologica e organizzativa. Partecipazione consapevole dei cittadini e confronto periodico con le associazioni di volontariato. Valorizzazione e responsabilizzazione delle risorse umane. Si può riassumere così la riorganizzazione del sistema sanitario provinciale ora racchiuso nell’Ast (Azienda sanitaria territoriale) guidata dal commissario Antonio Draisci.
Riorganizzazione che sarà lui stesso, insieme alla squadra di collaboratori (Daniela Corsi sub commissario sanitario e Mirko Coacci amministrativo) a riassumere nei documenti richiesti entro i prossimi mesi e che dettano le linee per il cambiamento sanitario maceratese. «Priorità alla programmazione, sia formale che sostanziale - dice -. Ci stiamo concentrando nella realizzazione del Piao (che ingloba il piano delle performance, anticorruzione e dei fabbisogni) e dell’atto aziendale (che contiene mission e vision per il futuro)». E a proposito di futuro, secondo il commissario dovrà essere costruito partendo da una campagna d’ascolto, incontrando non solo il personale sanitario, ma anche sindaci e rappresentanti dei cittadini. «La riorganizzazione non sarà calata dall’alto, ma partendo dalla domanda del territorio a cui dare risposte». Risposte a cui l’Ast vorrà rispondere partendo dall’innovazione tecnologica e dall’organizzazione del personale. «Ogni risorsa umana è importante, è un anello della catena che chiamo catena del valore. Ho trovato persone straordinarie e non punteremo solo a fare, ma a fare bene per impiegare le risorse assegnate dalla Regione per il 2023: circa 567 milioni 259mila euro comprensivi di oltre 4,3 milioni di fondi destinati agli investimenti».
Risorse a cui l’Ast, essendo una azienda vera e propria, aggiungerà quelle ricercate attraverso altri canali. «Dobbiamo avere la capacità di trasformare un euro speso per la sanità in un euro investito per la salute. Un concetto che cambia le modalità di approccio nelle risorse economiche solo se saremo capaci di trasferire agli operatori la voglia di cercare risorse imprigionate e reinvestirle nel ciclo produttivo per poter produrre salute e benessere. Per questo abbiamo costituito un ufficio che si occupa di fundraising che ricerca fondi integrativi a quelli della Regione». Ma a ogni punto di partenza si sa, non le mancano le criticità. E quelle dell’Ast «sono le stesse di tutte le aziende sanitarie d’Italia, legate soprattutto al reclutamento di alcune figure di area medica come nel pronto soccorso». In questo settore l’azienda ha già pensato a tre possibili soluzioni: «Un bando aperto; una riorganizzazione interna; il reclutamento con gli operatori economici. Visto che questa emergenza non c’è in altri reparti, ci siamo concentrati sul pronto soccorso».
Dalle criticità - che spesso coincidono con le priorità - si passa alle risposte da dare ai cittadini. «In questo, essere azienda è una grandissima opportunità.