Area di crisi complessa al tramonto, il grido dei calzaturieri: «Servono aiuti subito»

Area di crisi complessa al tramonto, il grido dei calzaturieri: «Servono aiuti subito»
Area di crisi complessa al tramonto, il grido dei calzaturieri: «Servono aiuti subito»
di Massimiliano Viti
3 Minuti di Lettura
Lunedì 23 Agosto 2021, 09:51

MACERATA -  «Aiuti subito!». È il grido del settore calzaturiero che rischia di assistere ad un’Area di crisi complessa depotenziata e non finanziata dalla Regione e di dover aspettare anni prima di vedere una Zes-Zona Economica Speciale, su cui Ancona punta, operativa ed efficace. Alla chiusura del periodo di ferie e in vista della riapertura delle aziende prevista questa settimana o al massimo lunedì 30, e a meno di un mese dal salone Micam, la calzatura maceratese torna a farsi sentire. 
 
Cosa succede? La Acc-Area di crisi complessa non convince più nessuno. La Regione che, vuole puntare all-in sulla Zes, la sta scaricando, facendo nascere il timore che diminuisca relativi finanziamenti. Le associazioni imprenditoriali non ci hanno mai creduto più di tanto alla Acc per diversi motivi, tre su tutti: costringe gli imprenditori a investire in un momento in cui la liquidità manca; la soglia minima di un milione di euro per ogni progetto è decisamente troppo alta per le dimensioni medie delle imprese locali e, infine, il fatto che con la pandemia sia iniziata un’altra epoca per cui dati e studi pre-pandemici, come la stessa Acc, non sono più ritenuti validi. L’assessore regionale Guido Castelli, ha parlato di doppia risposta del distretto calzaturiero Fermano-Maceratese: «non convincente» per la parte della Acc che, attraverso la legge 181/89, gestita da Invitalia, offre agevolazioni per progetti superiori a 1 milione di euro; «convincente» invece per quella parte, finanziata dalla Regione, che prevede progetti di importo inferiore a 1 milione di euro. 

A bocciare la Acc anche il consigliere regionale Andrea Putzu: «Le aree di crisi non mi entusiasmano molto perché non hanno una legislazione che permette di avere delle agevolazioni. La Regione punta sulla Zes». Bene ma la Zes, ammesso che sia fattibile, non arriverà domani e non bisognerà aspettare 48 ore per vederne i suoi benefici. Ci vorranno anni. E nel frattempo? 
Lo strumento
«Abbiamo avuto sempre delle perplessità sullo strumento dell’Acc per risolvere il problema del nostro distretto, perché limitava gli interventi ad alcuni comuni e perché prevedeva investimenti troppo elevati per un territorio in crisi in cui si cerca di salvaguardare le tante piccole aziende in difficoltà» è il commento di Matteo Piervincenzi, presidente della sezione calzaturiera in seno a Confindustria Macerata. «Se la Regione ritiene la Zes uno strumento più efficace, va bene – prosegue lo stesso imprenditore calzaturiero sangiustese - ma non possiamo aspettare degli anni. Qui ogni sei mesi ci sono aziende che chiudono e famiglie in difficoltà perché uno o due persone perdono il lavoro. Occorre che la Regione, in attesa della Zes, creda ed investi nel distretto calzaturiero e nel nostro territorio con altri interventi immediati a sostegno degli addetti del territorio e per l’accesso al credito delle nostre aziende che hanno bisogno di liquidità per investire ed affrontare la ripresa».

Anche la Cna Macerata ha sempre espresso delle perplessità sull’efficacia dell’Area di crisi complessa: «Come tempistica, e anche come tipologia di strumento, a conti fatti, ad oggi, questa misura è stata poco incisiva nel risolvere dei problemi che purtroppo stanno diventando cronici» osserva Alessandro Migliore, responsabile Federmoda Cna Macerata e Fermo.

La sensazione è che la Regione dedicherà alla moda alcune delle risorse che arriveranno dall’Europa? Risorse che però non soddisferanno la principale richiesta della scarpa marchigiana in crisi: ottenere la decontribuzione del 30% sui costi del lavoro al pari delle regioni del Sud Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA