Macerata, appalti milionari truccati:
nei guai imprenditori ed ex finanziere

Macerata, appalti milionari truccati: nei guai imprenditori ed ex finanziere
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Giovedì 23 Novembre 2017, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 20:40
MACERATA – Associazione a delinquere per aggiudicarsi la maggior parte degli apparti pubblici: tre imprenditori interdetti, un ex finanziere indagato per corruzione e indagini aperte su svariati direttori dei lavori e dei responsabili dei procedimenti.
E’ il risultato di un’indagine lunga più di un anno della Guardia di Finanza di Macerata che ha sgominato un sodalizio capace di indirizzare gli appalti nelle provincie di Macerata, Fermo, Ancona e Perugia. Scattata stamane, alle prime ore dell’alba, l’operazione per l’esecuzione di diverse perquisizioni locali e di tre misure interdittive, per la durata di mesi 8, nei confronti dei rappresentanti legali di altrettante società. In particolare, gli imprenditori coinvolti, concordando la forbice entro la quale offrire il maggior ribasso, riuscivano ad aggiudicarsi, con assoluta certezza, la maggior parte degli appalti pubblici indetti nella provincia di Macerata e zone limitrofe. Le imprese aggiudicatarie, successivamente, cedevano in subappalto le opere ad imprese colluse, al fine di ottenere la spartizione, tra il sodalizio, dei lavori appaltati. L’attività investigativa, avviata da oltre un anno, ha permesso di accertare fattispecie di turbativa d’asta su diverse procedure di gare pubbliche esaminate, indette tra il 2014 e il 2016, principalmente nelle provincie di Macerata, Fermo, Ancona e Perugia, e relative ad appalti di lavori pubblici per oltre 26 milioni di Euro. Il sodalizio presentavaofferte di ribasso formulate “a tavolino”, tali da realizzare la “scaletta delle offerte di ribasso”, allo scopo di influenzare la procedura di gara, incidendo sull’orientamento dell’offerta mediana in una logica “spartitoria” tra le tre imprese del sodalizio criminale. Successivamente all’aggiudicazione della procedura, l’impresa vincitrice della gara non effettuava alcuna prestazione (oppure ne eseguiva solo una minima parte), ma incassava l’importo dell’appalto, girando alle imprese subappaltatrici, che avevano effettivamente eseguito in tutto o in parte i lavori, la quota parte dell’importo di spettanza. Il suddetto sistema, inoltre, prevedeva la sistematica emissione, e conseguente utilizzazione, di fatture per operazioni inesistenti. La quota spettante all’impresa che formalmente si aggiudicava la singola gara variava, mediamente, tra il 3% ed il 17% dell’importo assegnato. L’analisi documentale delle gare d’appalto oggetto d’indagine ha, altresì, evidenziato precise responsabilità in capo ad alcuni Direttori Lavori e/o dei Responsabili Unici del Procedimento delle Stazioni Appaltanti, la cui posizione è al vaglio dell’Autorità giudiziaria. Nel corso delle indagini è stato, inoltre, scoperto un caso di corruzione posto in essere da un militare della Guardia di Finanza, all’epoca dei fatti in servizio a Macerata, e da diversi mesi in congedo assoluto. Nel dettaglio, è stato accertato come quest’ultimo abbia rivelato, dietro compenso di almeno € 40.000,00, notizie ed informazioni, sulle quali vigeva il segreto investigativo, ad uno degli imprenditori indagati. Accogliendo la specifica richiesta formulata dalla Procura della Repubblica, il GIP presso il Tribunale di Macerata ha emesso l’ordinanza cautelare oggi eseguita, concernente il divieto di esercitare la professione di imprenditore, nonché di ricoprire uffici direttivi in imprese, per la durata di 8 mesi a carico dei tre imprenditori maceratesi, ritenuti responsabili dei reati associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica, ed emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nonché, per uno dei tre, di corruzione e concorso in rivelazione di segreto d’ufficio. Nei confronti dell’ex finanziere, con la stessa ordinanza, è stata eseguita la misura cautelare reale del sequestro per equivalente della suddetta somma (€40.000,00), ritenuta profitto dei reati ascrittigli: corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio.
 
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